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MILANO. Expo: Coldiretti, mostra sugli "sfregi al made in Italy"

MILANO. Expo: Coldiretti, mostra sugli "sfregi al made in Italy"

Expo 2015

In almeno un Paese su quattro tra quelli che partecipano ad Expo sono realizzate e vendute diffusamente "fantasiose ed imbarazzanti interpretazioni di piatti e prodotti alimentari falsamente italiani in sfregio all'identità del Made in Italy": lo denuncia uno studio della Coldiretti divulgato in occasione dell'Assemblea nazionale ad Expo. Per denunciare questi "sfregi del made in Italy", Coldiretti ha organizzato una esposizione a Expo per mettere in mostra alcuni degli esempi più eclatanti: dal Thai Pesto, versione orientale del pesto ligure viene rivisitato in versione orientale con il Thai Pesto, al kit statunitense che consente di preparare in casa Barolo e Parmigiano (via apposite "polverine"); dalla "SauceMaffia" del Belgio alla Zottarella al caffè "Maffiozzo" in Bulgaria.

"Sono solo alcuni esempi - sottolinea il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo - a testimonianza che ad essere sfregiati in Italia non sono solo i monumenti. Ma Expo può rappresentare un momento di svolta per la tutela del patrimonio alimentare italiano, il più apprezzato, ma anche il più offeso nel mondo".

La Coldiretti sottolinea che a differenza di quanto avviene per la moda o la tecnologia "a taroccare il cibo italiano non sono i Paesi poveri ma soprattutto quelli emergenti o più ricchi", a partire dagli Stati Uniti e dall'Australia. Negli Stati Uniti ad esempio il 99% dei formaggi di tipo italiano è realizzato in California, Wisconsin e nello Stato di New York. Il problema riguarda anche i salumi, l'olio di oliva e il pomodoro. "La tutela del patrimonio agroalimentare all'estero è una area prioritaria di intervento per le Istituzioni a tutela dell'identità nazionale, ma anche per recuperare risorse economiche utili al Paese e per tornare a crescere" ha affermato il presidente Moncalvo. "La contraffazione e la falsificazione dei prodotti alimentari fa perdere al vero Made in Italy oltre 60 miliardi di euro di fatturato all'estero che potrebbero generare trecentomila posti di lavoro. In questo contesto è particolarmente significativo il piano per l'export annunciato dal Governo italiano che prevede, per la prima volta, azioni di contrasto all'italian sounding a livello internazionale".

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