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Sanità

50 pazienti in 3 giorni al Punto di Primo Intervento di Cuorgnè: quindi, il Pronto Soccorso?

In un comunicato la Regione esulta per l'alta affluenza al nuovo servizio territoriale. Il che dimostra che la riapertura di un presidio come il Pronto Soccorso diventa indispensabile...

Cuorgnè

Il Punto di Primo Intervento di Cuorgnè

"I primi dati sull'affluenza al Punto di Primo Intervento dell'ospedale di Cuorgnè confermano la necessità del territorio di Sanità territoriale".

E' quanto dichiarano l'assessore regionale alla sanità, Luigi Icardi, e il vicepresidente della commissione sanità del Consiglio regionale, Andrea Cane, in merito all'apertura, da lunedì scorso, del Punto di Primo Intervento dell'ospedale di Cuorgnè, nel Torinese, formula scelta per garantire una risposta alle piccole e medie urgenze e una stabilizzazione dei pazienti in fase critica in assenza del pronto soccorso, chiuso nell'ottobre 2020 per l'emergenza Covid e mai più riaperto a causa dell'assenza di personale.

Il Punto di Primo Intervento di Cuorgnè

Ero con la Direzione generale proprio il giorno dell’apertura - racconta il consigliere regionale Andrea Cane - al Punto di Primo Intervento di Cuorgnè per incontrare lo staff medico e infermieristico e per visitare la struttura di accoglienza e di visita. Il servizio attivo è in grado di occuparsi di patologie diagnosticate e ingravescenti, a bassa complessità come vomito e atri disturbi gastro-intestinali, diarrea, cistiti, piccoli atti medico-chirurgici, patologie con necessità di diagnostica clinico-strumentale semplice. Nel caso in cui le patologie non fossero trattabili, lo staff medico attiva subito il trasporto presso l'ospedale più idoneo. Il Ppi è un primo, concreto passo verso la riattivazione del Pronto Soccorso, un servizio pubblico che il Canavese merita e che personalmente non ho mai smesso di sollecitare: ringrazio in particolar modo la Direzione Medica di presidio per l'enorme lavoro svolto per aver ottenuto questo risultato atteso da tempo dai cittadini del territorio di cui faccio parte. Lo dimostrano gli accessi di questi giorni al Triage, con 16 pazienti trattati lunedì, con un trasferimento ad altro ospedale, i 18 di martedì e i 15 registrati ieri fino alle ore 15. Attualmente garantiamo una risposta alle piccole urgenze ed una stabilizzazione dei critici, con la gestione dei codici bianchi e verdi. La naturale evoluzione cui vogliamo tendere è la riapertura del Pronto Soccorso, superando la difficoltà di personale medico che oggi ci fa pagare conti di errate gestioni precedenti. Da parte mia e del partito che rappresento non posso che continuare a garantire una veloce e proattiva attività di collegamento e segnalazione tra ciò che sono le evidenze che mi vengono comunicate dai cittadini e l'assessorato alla Sanità guidato dall'amico leghista Luigi Icardi".

Andrea Cane consigliere regionale

Secondo i dati diffusi dalla Regione, il reparto ha assistito una cinquantina di pazienti nei primi tre giorni di operatività. “L’apertura del Punto di Primo Intervento è stato uno sforzo importante, perché le difficoltà di reperire il personale stanno generando problemi enormi ovunque: nell’Asl To4 sono andati deserti più di 70 bandi - commenta Icardi -. Noi continueremo a lavorare e a mettere in campo ogni energia per garantire a tutti i cittadini le migliori cure possibili. I dati regionali dicono che i codici bianchi e verdi rappresentano spesso circa l’80% dei casi trattati nei nostri pronto soccorso: ciò significa che d’ora in poi nelle Valli canavesane e nel territorio del Distretto di Cuorgnè saremo in grado di dare una prima importante risposta alla maggior parte delle richieste di emergenza a supporto di tutta la comunità”.

Luigi Icardi, assessore regionale

Dunque, il territorio ha bisogno di assistenza territoriale. Bene. Vuol dire che presto tornerà anche il Pronto Soccorso?

Staremo a vedere.

Intanto, quali sono le prestazioni che fornisce il Punto di Primo Intervento di Cuorgnè?

Il Punto di Primo Intervento di Cuorgnè è aperto dalle 8 alle 20 e tratterà i codici Bianchi e Verdi,  ovvero le patologie più lievi che tuttavia rappresentano il 78-80% degli accessi ai Pronto Soccorso del territorio.

Questo presidio va bene per le patologie a bassa intensità e per i malesseri non ben definiti; quando vi è necessità di piccoli atti medico-chirurgici e nei casi in cui occorrano strumenti diagnostici semplici (distorsioni, morsi di animale, dolore addominale lieve).

Le procedure sono le medesime dei Pronto  Soccorso: triage da parte di un infermiere “appositamente formato” che stabilisce il grado di urgenza e la  priorità d’intervento in base a protocolli universalmente riconosciuti. Se l’attesa si prolunga oltre  il previsto e le condizioni del paziente peggiorassero, l’infermiere rivede la valutazione sempre in base ai protocolli.

In caso di Codice Bianco viene fatto pagare il ticket. Non sono presenti specialisti e solo in caso di emergenza o urgenza il medico del PPI invia il paziente nei presidi che ne sono dotati.

Il Punto di Primo Intervento di Cuorgnè

I pazienti lievi o con necessità di interventi terapeutici differibili vengono rimandati a casa ed affidati alle cure del medico di famiglia; quelli che hanno necessità di interventi sanitari immediati e non erogabili in loco vengono trasferiti in un presidio idoneo ad effettuare gli accertamenti;  se è necessario il ricovero, l’ambulanza provvede al trasporto in ospedale.

Non ci si dovrebbe recare nel Punto di Primo Intervento nei casi gravi (sospetto di ictus o infarto, complicazioni in gravidanza; amputazioni, ferite penetranti, fratture esposte) ma nemmeno per i malesseri lievi e non urgenti, per anticipare visite ed esami già programmati, per far compilare ricette.

Tutto giusto: troppe persone eccedono nel ricorso alle strutture di pronto soccorso e primo intervento.

E’ altrettanto vero però che spesso lo si fa perché non esistono alternative: se i medici di base fossero in numero sufficiente, ben distribuiti in tutte le località anche piccole e presenti quotidianamente per un buon numero di ore verrebbe meno il motivo per farlo!

Sopperivano in parte le Guardie Mediche ma sono state ridotte ed accedervi è diventato problematico a causa dei recenti appesantimenti burocratici di cui non si sentiva certo la necessità. 

 

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