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18 Novembre 2021 - 16:52
Violenza sulle donne, foto di repertorio
«La panchina rossa, colore del sangue, è il simbolo del posto occupato da una donna che non c’è più perché portata via dalla violenza - spiegano le volontarie dello Sportello - La panchina diventa un simbolo, un segnale di sensibilizzazione sul fenomeno del femminicidio, essa riempie un vuoto. Per questo va collocata in luoghi pubblici: in una piazza, in un giardino pubblico, davanti a una scuola, a un museo o in un centro commerciale. Essa mantiene viva una presenza».
Nella stessa mattinata dell’inaugurazione a La Cassa e a Fiano sarà presente un’esposizione di immagini a cura di Opera, associazione culturale di arti visive, dal titolo “Non calpestare mai”.
Proprio nella giornata istituzionale, giovedì 25 novembre, a Mathi, sede dello Sportello, verrà collocata una sedia rossa presso ciascuno dei tre ambulatori medici, aderendo così alla campagna di sensibilizzazione “Posto occupato”, un posto riservato fisicamente alle donne vittime di femminicidio.
«Un posto – spiegano le volontarie - che simbolizzi un’assenza che avrebbe dovuto essere presenza se non ci fosse stato l’incrocio fatale con un uomo violento».
Venerdì 26 alle 21 nella sala consiliare di Mathi si terrà la presentazione del libro “Càscara” a cura dell’autrice Elena Ferro.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti. Obbligo di green pass e mascherina.
Sabato 27 alle 21 a Fiano al teatro Medici del Vascello sarà presentato lo spettacolo teatrale “Le donne forti danzano scalze” a cura dell’associazione Artemuda, una performance che farà riflettere: storie di donne, ognuna con una violenza diversa con cui convivere.
Durante la serata sarà dedicato un ricordo alla dottoressa Rossana Bazzano dell’Asl To4. L’ingresso è libero da prenotare al 335.8747957.
«Speriamo – è l’augurio delle volontarie - di avervi presenti numerosi a tutti questi eventi che vogliono focalizzare l’attenzione su un tema così delicato e pressante che non può più aspettare ma richiede la partecipazione di tutta la società civile».
In questi quasi due anni di emergenza a causa del covid le operatrici hanno cercato in tutti i modi di mantenere attivo il servizio di accoglienza per le donne vittime di violenza, continuando ad ascoltare e a seguire le donne nel rispetto di quelle misure igienico–sanitarie dovute all’emergenza.
La rete con i servizi sociali del territorio e con altri enti di promozione sociale è rimasta costante. «Purtroppo però è venuto a mancare un aspetto molto importante per lo Sportello - dichiarano le operatrici - il contatto con il territorio per farsi conoscere e contemporaneamente promuovere per i cittadini momenti di informazione che sono fondamentali per mantenere sempre viva l’attenzione su un fenomeno, quello del femminicidio, che resiste nel tempo così da diventare una vera e propria emergenza che va affrontata, sia sotto l’aspetto legale, sia in ambito sociale.
Nessuno può essere esonerato dal prendere coscienza del problema che c’è e si manifesta quotidianamente, soprattutto tra le mura di casa dove si pensa ci dovrebbe essere protezione e invece in molti casi le mura diventano trappola, prigione per molte donne. La situazione sanitaria attuale sembra permettere di avere spiragli di ottimismo di ripresa delle attività per tutti».
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