Al diavolo il Covid, il green pass, le disposizioni governative, gli appelli e le dichiarazioni d'intenti. Al diavolo i comunicati stampa di Trenitalia. Continuano, come se nulla fosse, gli assembramenti "ferroviari" lungo la tratta Ivrea-Torino. Ha raccontarci con tanto di foto, come utente e pendolare, quel che sta succedendo, giorno per giorno, è il consigliere comunale Andrea Benedino del Pd.
"Questa la situazione pochi minuti fa all'arrivo a Porta Susa del treno regionale che è partito da Ivrea alle 7.42 e che perdurava in questo stato dalla fermata intermedia di Chivasso. Tutti i posti a sedere occupati e viaggiatori in piedi nei corridoi. Premetto che per il momento non è una situazione che si verifica tutte le mattine, ma che in alcune mattine (come documentano le foto) è la realtà che affrontano i pendolari. E che è destinata a peggiorare mano a mano che proseguiranno le riaperture ed il ritorno in presenza dei lavoratori che erano in smart working. Non a caso nella situazione pre-Covid questa tratta era servita in questi orari da ben 5 carrozze dei vecchi treni, anziché i nuovi trenini rossi della Valle d'Aosta che di carrozze ne hanno solo tre e non possono essere allungati. Mi chiedo come farà Trenitalia a dire anche stavolta che i numeri erano rispettati e che non c'erano più di 140 persone a bordo! Anche perché nessun controllore o capotreno è passato tra la gente a controllare alcunché. Una novità però c'è: mi segnalano che da qualche giorno (io non l'ho visto ma il collega pendolare Angelo Raffino mi assicura di averlo visto coi suoi occhi) sul binario di Ivrea alla partenza si aggira un addetto di Trenitalia che segnala ai viaggiatori in partenza che devono scendere a Porta Susa l'alternativa di un bus in partenza dal piazzale della stazione, convincendo però ben pochi viaggiatori. Col risultato che, pur di non ammettere che in questi orari andrebbero rimessi i vecchi treni regionali, ripristinando il cambio a Ivrea per i viaggiatori valdostani, si spendono soldi pubblici per fare viaggiare bus vuoti e treni pieni come sardine. Io, però, che voglio guardare al bicchiere mezzo pieno, la prendo come un'ammissione del problema da parte di Trenitalia e voglio confidare che presto o tardi si darà ascolto alle richieste di chi questi treni deve prenderli tutti i giorni per andare a lavorare...".
Sull'argomento esiste una interpellanza del consigliere regionale Alberto Avetta.
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