Si è tenuta venerdì scorso, di fronte al giudice Ambra Cerabona, a Torino, l’udienza preliminare del processo che vede sul banco degli imputati il sindaco Matilde Casa, il segretario Carlo Consolandi ed il tecnico comunale Roberto Casorzo. L’accusa per i tre è di abuso d’ufficio in concorso (artt. 110-323 c.p.), così come formulato dal pm Enrica Gabetta a conclusione delle indagini preliminari sulla denuncia presentata dal laurianese Pietro Lapenna e dall’ex moglie Clorinda Bergamo. Sindaco, segretario e tecnico comunale hanno nominato come legale di fiducia l’avvocato Donatella Mondini del foro di Torino, mentre Lapenna e Bergamo si sono costituiti parte civile con gli avvocati Violo e Scaramozzino. Al termine dell’udienza, il giudice ha fissato l’apertura del processo, con l’audizione dei testi indicati dalla Procura e dalle difese, per il 16 gennaio 2016. I fatti sono noti e sono relativi all’approvazione della variante generale numero 8 al Piano Regolatore, approvata con una delibera del Consiglio comunale del 6 aprile 2013. La contestazione riguarda la scelta dell’amministrazione laurianese di non dar seguito al Pec 2 approvato nel 2002, quando il Comune era retto dall’allora commissario prefettizio Giovanna Vilasi. Il Pec 2 prevedeva un insediamento residenziale a Lauriano, posto tra il Castello degli ex Conti Morra e l’ex Tribunale medievale chiamato “La Giustizia”, dietro le nuove scuole elementari, in un terreno di circa 24 mila metri quadrati di proprietà di Clorinda Bergamo. Su 17 mila di quei 24 mila metri quadrati sarebbe dovuto sorgere un complesso residenziale con quaranta unità abitative. Da lì in poi non se ne è fatto più nulla, fino alla primavera 2013. Il motivo? La mancata definizione di una convenzione tra la proprietà del terreno e il Comune laurianese. Secondo il denunciante, non si sarebbe mai arrivati alla stipula della convenzione per mero “ostruzionismo” da parte dell’amministrazione, culminato con la variante al Piano regolatore numero 8 che trasforma da edificabile ad agricolo il terreno oggetto del Pec 2. Quindi, di fatto, accantona definitivamente il progetto. Da lì la denuncia alla Procura della Repubblica.
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