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23 Maggio 2015 - 10:21
Pavone rinuncia alla quota del Cic. Ma oramai chi se la prende? Il consorzio dei servizi informativi è infatti a ridosso della liquidazione. La nuova Amministrazione Comunale si era defilato alcuni mesi fa, ma già da un paio d'anni c'era sentore del tracollo, con una delibera di Consiglio(approvata dalla maggioranza ma non dalla minoranza). Poi, nel mese di febbraio, con una delibera di Giunta, ha messo on line, sul sito internet istituzionale, tutta la documentazione relativa all'indizione di una gara per la cessione della quota di partecipazione, mediante asta pubblica: lo 0,53 per cento del capitale sociale, qualche centinaio di euro insomma. La domanda andava presentata entro il 27 marzo (da enti locali, aziende sanitarie, società a capitale interamente pubblico ed organismi di diritto pubblico). Come volevasi dimostrare nessuno si è fatto avanti.
"Ma perché siete usciti? Perché non siete andati in assemblea?" ha incalzato il capogruppo della minoranza, Pino Andriolo, nell'ultimo Consiglio Comunale. "E' stata una decisione politica – la risposta del Vicesindaco Gianfranco Cobetto – perché non vogliamo coinvolgere l'amministrazione e i cittadini in questa vicenda. E' difficile trovare un potenziale acquirente. Ma c'è ancora una possibilità: che la quota torni nella disponibilità del Cic stesso".
"Da inizio mandato abbiamo cercato di interloquire col Cic per sviluppare alcuni servizi – ha dato una spiegazione consigliere Andrea Maccioni -. La risposta che ci è stata data è che non fosse di suo interesse, si sta indirizzando più verso le Asl. Non si può incolpare il Comune".
Allibito Andriolo: "è la stessa logica che ha portato alla liquidazione della Fondazione d'Andrade: scappare via. Il problema non è il rapporto ma la presenza: il Comune di Pavone fugge dalle situazioni anziché affrontarle, a maggior ragione non è ammissibile che lo si faccia per una ripicca".
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