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Cronaca
30 Dicembre 2025 - 12:35
Torino, tensioni e violenze nelle piazze: sei minorenni sottoposti a misura cautelare dopo scontri con la polizia tra scuole, cortei e sedi istituzionali
Un’escalation di scontri, aggressioni e tensioni di piazza che, secondo gli inquirenti, ha superato da tempo la soglia della protesta. Nella mattinata odierna, la Polizia di Stato della Questura di Torino, su coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, ha eseguito un provvedimento cautelare della permanenza in casa nei confronti di sei minorenni, di età compresa tra 16 e 17 anni. I giovani sono indagati, a vario titolo, per resistenza aggravata e lesioni a pubblico ufficiale.
Il provvedimento, emesso dal Gip minorile, arriva al termine di un’articolata attività investigativa che ha messo in relazione diversi episodi avvenuti negli ultimi mesi a Torino, tutti caratterizzati da momenti di forte contrapposizione con le forze dell’ordine.
Il primo episodio centrale dell’indagine risale alla mattina del 27 ottobre, all’esterno del liceo scientifico “Albert Einstein” di via Bologna. In quella circostanza era in corso un volantinaggio politico organizzato da Gioventù Nazionale Torino – sezione D’Annunzio. Secondo quanto ricostruito, una decina di studenti riconducibili al Kollettivo Einstein avrebbe interrotto l’attività di propaganda, creando una situazione di tensione tale da rendere necessario l’intervento della Digos.
Nel corso dell’intervento, alcuni operatori sarebbero stati aggrediti con calci e spinte, mentre uno degli attivisti veniva fermato. La situazione sarebbe ulteriormente degenerata nel momento in cui il personale di polizia tentava di allontanarsi dalla zona per accompagnare il fermato in Questura. Alcuni dei minorenni ora raggiunti dalla misura cautelare avrebbero infatti reiterato la resistenza, costringendo le forze dell’ordine a richiedere il supporto del Reparto Mobile, intervenuto per contenere e respingere il gruppo.

Il bilancio di quei momenti è stato di tre agenti feriti, due appartenenti alla Digos con prognosi di tre giorni e un operatore del Reparto Mobile con prognosi di quattro giorni. Un episodio che ha segnato uno spartiacque nelle indagini, portando gli investigatori ad approfondire il ruolo di alcuni giovani già noti per la loro presenza in altri contesti di protesta.
Il secondo filone dell’inchiesta riguarda quanto accaduto il 14 novembre, durante la fase conclusiva del corteo promosso per il “No Meloni Day”. In quell’occasione, secondo la ricostruzione della polizia, un gruppo di manifestanti avrebbe tentato di accedere indebitamente all’interno della Città Metropolitana di Torino, cercando di forzare una porta carraia che conduce al garage della sede istituzionale.
La reazione degli operatori del Reparto Mobile, schierati a presidio dell’edificio, avrebbe innescato una fase di scontro particolarmente violenta. Gli agenti sarebbero stati aggrediti con calci, aste di bandiera, lanci di oggetti e persino con un estintore, il cui gas sarebbe stato spruzzato contro il personale di polizia prima di essere scagliato. In quell’episodio sono rimasti feriti nove operatori, tutti con prognosi di sette giorni. Tra i manifestanti coinvolti sarebbe stato riconosciuto anche uno dei sei minorenni destinatari del provvedimento cautelare. Proprio in quella circostanza era stato eseguito l’arresto in flagranza differita di un manifestante maggiorenne.
Parallelamente all’esecuzione delle misure cautelari, la polizia ha effettuato anche perquisizioni domiciliari a carico degli stessi giovani. Le verifiche si inseriscono in un quadro investigativo più ampio che comprende ulteriori episodi ritenuti di rilievo penale. Gli indagati sarebbero infatti coinvolti, a vario titolo, nelle occupazioni dei binari ferroviari avvenute alla stazione di Porta Nuova il 22 settembre 2025 e a Porta Susa il 24 settembre, entrambe durante manifestazioni di sostegno alla Global Sumud Flotilla.
Tra i fatti al vaglio degli inquirenti rientra anche l’irruzione nella sede del quotidiano “La Stampa”, avvenuta il 28 novembre 2025, episodio che aveva destato particolare clamore in città per le modalità e per il bersaglio simbolico scelto.
Il quadro che emerge dall’inchiesta è quello di una radicalizzazione del conflitto, con una presenza significativa di minorenni in contesti di forte tensione, dove la protesta avrebbe progressivamente lasciato spazio allo scontro fisico. Un elemento che ha portato la magistratura minorile a ritenere necessaria una misura cautelare finalizzata a interrompere la reiterazione dei comportamenti contestati.
Va precisato che, come ricordano gli stessi inquirenti, tutti i soggetti coinvolti sono da considerarsi non colpevoli fino a una eventuale sentenza di condanna definitiva. Il procedimento si trova infatti nella fase delle indagini preliminari, durante la quale saranno ulteriormente approfondite responsabilità individuali, ruoli e dinamiche dei singoli episodi.
Resta però il segnale forte lanciato dall’operazione: un’attenzione crescente verso fenomeni di violenza che coinvolgono anche giovanissimi e che interrogano scuola, famiglie e istituzioni sul confine sempre più sottile tra dissenso e illegalità.
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