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Cronaca

Il calciatore di Serie A è sotto shock dopo la tragedia in Francia: morti due cuginetti di 3 e 5 anni nell’esplosione di un palazzo

Un gesto estremo, dodici feriti e il dolore che travolge una comunità e arriva fino al mondo del calcio

Il calciatore di Serie A

Il calciatore di Serie A è sotto shock dopo la tragedia in Francia: morti due cuginetti di 3 e 5 anni nell’esplosione di un palazzo

Una tragedia improvvisa, devastante, annunciata sui social con poche parole cariche di dolore. Due bambini di 3 e 5 anni non ci sono più, uccisi dall’esplosione di un palazzo a Trévoux, in Francia. Una vicenda che lascia senza spiegazioni e senza appigli, nata da un gesto estremo che ha travolto vite innocenti.

Secondo le prime ricostruzioni, una donna avrebbe aperto il gas con l’intenzione di togliersi la vita. L’esplosione che ne è seguita ha distrutto l’edificio e ha provocato un bilancio drammatico: due bambini morti e dodici persone ferite. Un’onda d’urto non solo materiale, ma umana, che ha colpito famiglie, vicini, una piccola comunità e, indirettamente, anche il mondo dello sport.

Le due piccole vittime erano cuginetti. Figli di una stessa famiglia che in pochi istanti ha visto crollare tutto. Il loro padre, Bruno, cugino del calciatore portoghese Vitinha, ha perso ciò che di più prezioso potesse avere. Un dolore che non ha bisogno di essere spiegato, perché supera ogni parola.

A rendere pubblica la tragedia è stato proprio Vitinha, che ha scelto Instagram per condividere il lutto. Un messaggio breve, essenziale, in cui ha annunciato la perdita e ha chiesto, a chi lo desidera, un aiuto concreto per sostenere la famiglia e la comunità colpita. Un appello che nasce dal bisogno di non sentirsi soli davanti a un dolore così grande.

Il calcio, in queste ore, appare minuscolo. Vitinha continua ad allenarsi, si presenta a Pegli, prova a rispettare i suoi impegni professionali. Domenica è in programma Atalanta-Genoa allo stadio Ferraris. Ma dietro la normalità apparente resta un silenzio assordante, quello che segue le tragedie senza senso e che accompagna chi deve andare avanti anche quando tutto si è fermato.

La vicenda di Trévoux riporta con brutalità al centro il tema delle conseguenze dei gesti estremi, che non colpiscono mai solo chi li compie. In pochi secondi vengono spezzate vite che non avevano alcuna colpa, cancellati futuri, lasciate ferite che non trovano rimedio. Quelle che restano dentro, e che non guariscono.

La comunità locale è sotto shock. Le autorità francesi stanno lavorando per chiarire ogni aspetto dell’accaduto, mentre intorno alle famiglie colpite si stringe un cordone di solidarietà fatto di vicinanza, raccolte fondi, silenzi rispettosi. In mezzo a tutto questo, due bambini strappati alla vita diventano il simbolo più crudele di una tragedia che non avrebbe mai dovuto accadere.

Al di là dei campi da gioco, dei risultati e delle classifiche, resta il peso di una perdita che segna per sempre. Alcune ferite, semplicemente, restano.

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