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Cronaca

Carabinieri a cavallo irrompono nei boschi: smantellati i rifugi degli spacciatori nella Baraggia

Perlustrazioni tra Cossato e Gifflenga, trovati bivacchi e traffico sospetto in caduta libera dopo l’arrivo del 4° Reggimento.

Carabinieri a cavallo

Carabinieri a cavallo irrompono nei boschi: smantellati i rifugi degli spacciatori nella Baraggia

Una distesa di sentieri sterrati, radure nascoste e fitti tratti di vegetazione che da anni rappresentano una zona d’ombra per lo spaccio di droga. È qui, nella Baraggia Biellese, che i Carabinieri a cavallo del 4° Reggimento di Roma, inviati dal Comando generale dell’Arma, sono entrati in azione nelle ultime ore con un’operazione mirata di controllo e contrasto alle attività illegali nei boschi compresi tra Cossato e Gifflenga.

Il reparto, specializzato nella vigilanza di territori impervi e difficilmente accessibili ai mezzi tradizionali, ha battuto l’area metro per metro, trovando non solo tracce di passaggi recenti, ma anche diversi bivacchi improvvisati. Si tratta di piccole postazioni di fortuna, spesso ricavate con teli, legname e materiali di recupero, utilizzate dagli spacciatori come punti di appoggio per nascondersi, gestire gli scambi, sorvegliare la zona e disperdersi rapidamente nel fitto dei boschi in caso di controlli.

I bivacchi, segnalati alle amministrazioni locali, verranno rimossi dai Comuni competenti nelle prossime ore. La loro presenza conferma come la Baraggia continui a rappresentare un nodo critico per lo smercio di stupefacenti di basso livello, un fenomeno che negli anni ha trasformato alcune porzioni del bosco in zone franche, sfruttate da piccoli gruppi che operano lontano dai centri abitati.

Secondo quanto rilevato dai Carabinieri, la sola presenza delle pattuglie a cavallo ha già prodotto un effetto immediato: il calo drastico del traffico sospetto di auto che, solitamente, nelle ore meno frequentate raggiungono la zona per rifornirsi di droga. Un dato che conferma la funzione deterrente di un reparto in grado di muoversi agilmente nei tratti più difficili del bosco, intercettando i percorsi utilizzati dagli spacciatori per spostarsi e sfuggire ai controlli.

Le perlustrazioni proseguiranno nei prossimi giorni, con l’obiettivo di monitorare le aree più isolate, mappare eventuali nuovi insediamenti e impedire che i gruppi dediti allo spaccio possano riorganizzarsi. Il territorio della Baraggia, con la sua conformazione irregolare e le vaste zone di copertura arborea, rimane infatti uno dei più complessi da presidiare in maniera costante.

L’Arma sottolinea che il dispositivo a cavallo è uno strumento particolarmente efficace nei contesti boschivi: consente un controllo capillare, aumenta la visibilità del presidio e permette ai militari di raggiungere con facilità punti altrimenti irraggiungibili in auto. Un modello operativo già utilizzato in altre aree critiche del Piemonte e ora esteso al Biellese, dove l’impegno delle forze dell’ordine punta a restituire sicurezza a un territorio che da tempo convive con l’ombra dello spaccio nei boschi.

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