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Cronaca

Smartphone introdotto con un drone nel carcere di Saluzzo: scatta l’allarme Osapp

La polizia penitenziaria sequestra un telefono durante una perquisizione mirata: il sindacato denuncia organici ridotti e chiede interventi immediati

Smartphone introdotto con un drone nel carcere di Saluzzo

Smartphone introdotto con un drone nel carcere di Saluzzo: scatta l’allarme Osapp (foto di repertorio)

Un nuovo episodio di sicurezza interna ha acceso l’attenzione sulla casa di reclusione di Saluzzo, nel Cuneese, dove un drone sarebbe stato utilizzato per introdurre materiale vietato all’interno dell’istituto. Il caso è emerso nei giorni scorsi e ha portato la direzione a disporre una serie di attività di controllo mirate. L’episodio conferma un fenomeno che negli ultimi mesi sta interessando diverse strutture penitenziarie italiane, con particolare insistenza nelle carceri del Nord.

Il 2 dicembre, su disposizione della direzione, la polizia penitenziaria ha eseguito una perquisizione ordinaria supportata dalle unità cinofile. L’operazione ha permesso di individuare e sequestrare uno smartphone con scheda Sim e accessori, nascosto nella saletta comune dell’istituto. Il ritrovamento, secondo le prime verifiche, sarebbe collegato al drone avvistato nei giorni precedenti sopra il perimetro della struttura.

Il sindacato Osapp ha chiesto ufficialmente il riconoscimento di una ricompensa per gli agenti che hanno individuato il dispositivo. Una richiesta che va oltre il singolo episodio e si inserisce in un quadro più ampio, segnato da carenze strutturali e criticità operative. Il segretario generale Leo Beneduci denuncia infatti una situazione ormai divenuta insostenibile per il personale: «Le carceri, ormai immerse in un caos generale, si reggono grazie all'immane sacrificio della polizia penitenziaria, i cui organici sono sempre più ridotti all'osso, nel silenzio assordante della politica e del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, sia regionale che centrale».

Per l’Osapp, il caso di Saluzzo rappresenta l’ennesimo campanello d’allarme sulla necessità di strumenti adeguati, risorse aggiornate e un potenziamento reale degli organici. Il sindacato ribadisce che la tecnologia utilizzata per introdurre telefoni, droga o altri oggetti vietati negli istituti penitenziari richiede un aggiornamento immediato delle dotazioni di controllo, soprattutto nei penitenziari che gestiscono detenuti ad alta vigilanza.

Il fenomeno dei droni utilizzati per il traffico illecito sta crescendo e impone, secondo le sigle sindacali, un ripensamento complessivo delle strategie di sicurezza: dall’installazione di sistemi anti-drone fino al rafforzamento dell’azione preventiva sul territorio e nei pressi dei perimetri carcerari.

Resta intanto l’interrogativo su quanto emerso a Saluzzo: il sequestro dello smartphone è solo la parte visibile di una dinamica più ampia? L’istituto continuerà a monitorare la situazione con verifiche e perquisizioni mirate, mentre l’Osapp annuncia nuove iniziative per chiedere interventi concreti al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

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