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Cronaca

Sbalzata e travolta sull’A5: forse un’auto ha colpito la 500X prima dello schianto

La piccola Lucia, tre mesi il 12 dicembre, muore sulla Torino-Aosta in una dinamica ancora avvolta nel buio: gli investigatori sospettano un urto da parte di un altro veicolo che avrebbe innescato la carambola. Poi il passaggio dell’auto che l’ha investita e non si è fermata. La famiglia, tra Torino e Quincinetto, aspetta risposte

Sbalzata e travolta sull’A5: forse un’auto ha colpito la 500X prima dello schianto

Non c’è solo il dramma di una vita spezzata a tre mesi. Su quel tratto della Torino-Aosta, sabato sera, si muove ora un’altra ombra: quella di uno o più veicoli che potrebbero aver contribuito alla tragedia e che, dopo l’impatto, avrebbero proseguito senza fermarsi. È lo scenario che gli investigatori stanno esaminando in queste ore, ricostruendo al millimetro la dinamica che ha portato alla morte della piccola Lucia Tonino, sbalzata fuori dalla vettura e poi travolta da un’auto in transito. Una vicenda che scuote non solo Torino, dove la famiglia vive parte dell’anno, ma soprattutto Quincinetto, la comunità d’origine del padre, Claudio Tonino, 47 anni, psicologo psicoterapeuta molto conosciuto nel paese. Lì, Lucia sarebbe dovuta arrivare quella sera con la mamma, e lì avrebbe festeggiato i suoi tre mesi il prossimo 12 dicembre.

Il punto zero della ricostruzione è fissato poco dopo le 20, tra gli svincoli di Settimo Torinese e Volpiano, in direzione Aosta. A bordo della Fiat 500X c’erano la madre e la bambina. Stavano rientrando verso Quincinetto, proprio il paese del padre, al confine con la Valle d’Aosta, dopo una giornata trascorsa a Torino. L’autostrada era buia, forse attenuata da qualche banco di nebbia, e il traffico procedeva senza particolari criticità. Poi, all’improvviso, la traiettoria dell’auto si interrompe: prima l’urto contro un pannello di segnaletica verticale, poi la carambola e infine lo schianto contro lo spartitraffico centrale.

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Ma quel movimento innaturale della 500X potrebbe non essere stato provocato da una semplice perdita di controllo. È l’ipotesi che, col passare delle ore, prende sempre più corpo. Le telecamere della A5 — decine di ore di filmati che la Polizia stradale sta passando al setaccio sotto il coordinamento della Procura di Ivrea — lasciano intravedere la possibile presenza di un altro mezzo, probabilmente un furgone, che potrebbe aver sfiorato o colpito la vettura pochi istanti prima della carambola. Un contatto minimo, quasi invisibile a occhio nudo, ma sufficiente a cambiare la traiettoria dell’auto e scatenare la sequenza di impatti successivi.

Subito dopo il primo urto, la situazione è precipitata. Secondo le prime valutazioni tecniche, l’ovetto con la piccola Lucia potrebbe non essere stato correttamente assicurato al supporto, e la bimba non sarebbe stata trattenuta dalle cinture. Un dettaglio drammatico che spiega perché la neonata sia stata sbalzata fuori dall’abitacolo. Avvolta nella sua copertina, è finita sulla carreggiata proprio mentre stava sopraggiungendo un’altra auto. Il conducente, forse per la scarsa visibilità o forse perché non si è reso conto di quel corpo piccolissimo sull’asfalto, non si sarebbe fermato. Ora anche quel veicolo è nel mirino degli investigatori, che stanno analizzando fotogramma per fotogramma nella speranza di isolare una targa, una sagoma, un riflesso utile all’identificazione.

Due possibili urti, due automobilisti che avrebbero proseguito dopo l’impatto, e una sola certezza: ogni veicolo coinvolto è ora sotto la lente della Procura, che ha aperto un fascicolo per omicidio stradale e fuga del conducente. Oltre alle immagini, l’attenzione degli inquirenti si concentra sulla 500X distrutta: bisogna capire se la deformazione della carrozzeria sia compatibile con un urto laterale provocato da un altro mezzo e se l’ovetto fosse davvero ancorato al supporto.

Intanto, la madre di Lucia — ferita in modo lieve ma duramente colpita dallo shock — è stata dimessa ieri dall’ospedale San Giovanni Bosco di Torino. Rimane l’unica testimone diretta di quei minuti, troppo pochi e troppo confusi per offrire risposte definitive. Per ricostruire la catena degli eventi, serviranno più dei ricordi: servirà la matematica delle telecamere, la scienza dei rilievi sull’asfalto, l’incastro di ogni fotogramma con il successivo.

La caccia al pirata, o forse ai pirati, è appena iniziata. E il destino della piccola Lucia, che avrebbe dovuto celebrare il suo terzo mese di vita nella serenità della famiglia divisa tra Torino e il Canavese, ora pretende verità che il buio, la nebbia e quella notte di dicembre hanno provato a cancellare.

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