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Cronaca

Lucia, tre mesi: aperta l’inchiesta. La Procura valuta fissaggio dell’ovetto e auto in transito

La Fiat 500X guidata dalla madre carambola tra Settimo e Volpiano: l’ovetto viene sbalzato fuori dall’abitacolo e la bimba finisce in carreggiata. Indagini su dinamica, visibilità e fissaggio del seggiolino. La procura di Ivrea: «Serve rigore assoluto»

Lucia, tre mesi: aperta l’inchiesta. La Procura valuta fissaggio dell’ovetto e auto in transito

Lucia, tre mesi: aperta l’inchiesta. La Procura valuta fissaggio dell’ovetto e auto in transito

Avrebbe compiuto tre mesi il 12 dicembre Lucia Tonino, una bambina nata a settembre e già diventata il centro affettivo di una giovane famiglia divisa tra Torino e Quincinetto, dove il padre, Claudio Tonino, 47 anni, psicologo psicoterapeuta, è molto conosciuto. Una bambina attesa, voluta, amata. Un nucleo familiare che aveva appena cominciato a costruire la propria quotidianità, fatta di spostamenti lungo la A5, di rientri serali, di una routine che sabato si è spezzata alle porte di casa. Era quasi ora di cena, mancavano pochi minuti alle 20, quando è avvenuto l’impensabile.

La Fiat 500X guidata dalla madre, Costanza Fiore, 35 anni, project manager al TorinoFilmLab, stava percorrendo l’autostrada in direzione Aosta. Si trovavano all’altezza di Volpiano, nel tratto compreso tra gli svincoli di Settimo Torinese e Volpiano, un segmento noto per il traffico serale e la visibilità ridotta nelle ore invernali. Una zona che conosceva bene e che aveva percorso decine di volte. Poi, d’un tratto, la traiettoria dell’auto cambia.

Secondo una prima ricostruzione degli investigatori, la vettura avrebbe urtato la segnaletica verticale posta sul margine destro della carreggiata. Un impatto improvviso, non ancora spiegato, che ha fatto perdere stabilità alla 500X. Da lì la carambola: l’auto ha sbandato, ha urtato lo spartitraffico e ha terminato la sua corsa contro una siepe ornamentale, alcuni metri più avanti. Un urto secco, violento, che ha lasciato l’abitacolo aperto come una ferita.

È in quell’esatto momento che è avvenuto il peggio. L’ovetto in cui viaggiava Lucia, per cause ancora da accertare, è stato proiettato fuori dalla vettura. Anche la bambina è stata sbalzata: Lucia è finita sulla carreggiata, ancora avvolta nella sua copertina. Ovetto e neonata sono stati ritrovati in due punti distanti, un particolare che sta assumendo enorme rilevanza per la ricostruzione tecnica.

La procuratrice di Ivrea Gabriella Viglione

Nello stesso istante stava sopraggiungendo un altro veicolo, nella medesima direzione di marcia. Un passaggio confermato dagli elementi che la polizia stradale ha trovato sul posto e dalle prime immagini acquisite. Ora gli investigatori stanno cercando di stabilire se il conducente abbia potuto, in maniera tragica ma possibile, proseguire senza accorgersi di nulla.
Il buio, la presenza di un corpo minuscolo sull’asfalto e l’assenza apparente di frenate potrebbero aver reso impossibile vedere la bambina.

Le telecamere lungo la A5 sono ora la chiave dell’inchiesta: la polizia stradale sta esaminando fotogrammi, ingrandimenti, fari, ombre, riflessi. Serve capire se lì, in quei secondi sospesi, sia transitata un’auto che possa aver investito la piccola, anche solo sfiorandola. L’obiettivo è individuare una targa, un colore, un profilo compatibile. E verificare se altri veicoli abbiano avuto un ruolo nella dinamica complessiva.

Ma il punto più difficile, il più doloroso, resta uno: come è stato possibile che l’ovetto e la neonata venissero sbalzati fuori dall’auto?
Dai primi accertamenti – tutti ancora da confermare – emergerebbe l’ipotesi che l’ovetto non fosse ancorato alla vettura con la base di supporto e che la piccola non fosse legata alle cinture interne del seggiolino. Un’ipotesi terribile, su cui però gli inquirenti vogliono procedere con estrema cautela. La 500X, ridotta a un ammasso di lamiere, è ora al centro di una perizia tecnica che richiederà giorni di analisi.

Sul luogo dell'incidente sono intervenuti i sanitari del 118 di Azienda Zero, la Croce rossa italiana, i vigili del fuoco di Volpiano e la polizia stradale. Gli operatori hanno trovato Costanza Fiore ferita ma vigile, sotto choc, nella disperazione totale. Per Lucia sono stati tentati disperatamente i protocolli di rianimazione, ma non c’è stato nulla da fare. La salma è stata trasferita all’ospedale di Chivasso. La madre è stata portata al San Giovanni Bosco di Torino, dove rimane in osservazione.

Pochi minuti dopo è arrivato anche il padre, precipitatosi all’improvviso su quel tratto di asfalto che ha polverizzato la loro vita familiare. E mentre i mezzi di soccorso continuavano a operare, sul posto è giunto anche il sindaco di Volpiano, Giovanni Panichelli, informato della gravità dell’episodio.

La procura di Ivrea ha aperto un fascicolo. La procuratrice capo, Gabriella Viglione, ha espresso parole misurate ma ferme.
«Rabbrividisco pensando a questa tragedia. Attendiamo il rapporto della stradale e quello della scientifica: serve rigore assoluto». Ha spiegato che l’ipotesi di reato è quella dell’omicidio colposo, a carico di ignoti o di noti, a seconda di ciò che emergerà dalle indagini. «Bisognerà verificare l’ancoraggio dell’ovetto, la traiettoria, e se ci sia stata un’auto sopraggiunta che abbia interagito con la dinamica».

Un dettaglio aggiuntivo rende questa storia ancora più crudele: lo scorso giugno, nello stesso tratto della A5, Costanza era rimasta coinvolta in un altro incidente mentre era incinta di Lucia. Una coincidenza inquietante che oggi riemerge con tutto il suo peso.

Ora resta il lavoro degli investigatori: misurazioni, perizie, telecamere, testimoni, calcoli sulle traiettorie, accertamenti sul veicolo, verifiche sulla segnaletica e sui punti d’urto. In questa storia nulla potrà essere dato per scontato.

Lucia, novanta giorni appena, ha lasciato dietro di sé uno spazio enorme fatto di domande, dolore e silenzi. Un’intera comunità — da Torino a Quincinetto — oggi è piegata dal lutto. E in mezzo a questo strazio resta una sola certezza: la verità dovrà essere trovata, tutta, centimetro dopo centimetro.

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