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Cronaca

Serra in tinello e droghe assortite: 22enne ai domiciliari per spaccio

Un tinello trasformato in laboratorio artigianale con piante, funghetti ed etichette: l’inchiesta dei carabinieri ricostruisce un sistema domestico più strutturato del previsto

Serra in tinello

Serra in tinello e droghe assortite: 22enne ai domiciliari per spaccio

Un tinello che sembra un tinello, finché non si accende la luce tecnica che irradia il verde intenso delle piante e mostra la trama nascosta di un micro–laboratorio casalingo. È ciò che i carabinieri di Fiano raccontano di aver trovato nell’abitazione di un 22enne ora ai domiciliari con l’accusa di spaccio, mentre la compagna di 23 anni è stata denunciata a piede libero. Un blitz che ha lasciato emergere non solo quantità consistenti di sostanze, ma soprattutto una modalità di gestione che, pur rientrando nel perimetro domestico, rivela un livello di cura e organizzazione difficile da archiviare come semplice consumo personale.

L’operazione è scattata dopo una serie di verifiche sul territorio, quando i militari sono entrati nell’appartamento e hanno perquisito ogni stanza fino ad arrivare al tinello, dove la sorpresa è stata immediata. Una serra artigianale, completa di impianto di illuminazione e termoventilatore, garantiva condizioni ottimali alla crescita di sei piante di cannabis alte circa un metro e ottanta, già cariche di infiorescenze. Accanto, sistemati con ordine quasi didattico, sono comparsi i prodotti pronti all’uso e alla vendita: 230 grammi di marijuana, oltre 100 grammi tra hashish e olio di hashish, 3 grammi di ketamina, 1 grammo di cocaina e tre vaschette di funghetti allucinogeni. Tutto etichettato, una scelta che gli investigatori definiscono peculiare e significativa.

Il sequestro non si è limitato alle sostanze. Sul tavolo è comparso anche un bilancino di precisione e circa 800 euro in contanti, indicatori ritenuti compatibili con un’attività destinata non solo alla coltivazione, ma anche al confezionamento e alla cessione. Un sistema che, a detta degli investigatori, sembra finalizzato alla diversificazione dell’offerta, grazie alla presenza di prodotti vegetali, derivati, sostanze sintetiche e allucinogeni. Un mosaico eterogeneo che, nella ricostruzione degli inquirenti, potrebbe suggerire l’esistenza di una clientela altrettanto varia, capace di richiedere prodotti differenti e, soprattutto, riconoscibili grazie alle etichette applicate sulle vaschette.

Dal punto di vista legale, al giovane viene contestata la detenzione ai fini di spaccio, mentre la 23enne risulta denunciata. Resta comunque centrale il principio di presunzione di innocenza, e ogni valutazione definitiva spetterà all’autorità giudiziaria. La normativa italiana è chiara: la coltivazione non autorizzata di cannabis costituisce reato, come anche la detenzione di sostanze psicotrope in quantità tali da far presumere la cessione. Ed è proprio l’insieme di quantità, varietà e strumenti rinvenuti che spinge gli inquirenti verso l’ipotesi dello spaccio.

Le indagini non si fermeranno al sequestro. Gli accertamenti dovranno chiarire da quanto tempo la serra fosse attiva, quale fosse la destinazione delle sostanze e se il tinello fosse solo l’ultimo anello di una catena più ampia. Le analisi chimiche e tossicologiche sui materiali sequestrati, unite ai riscontri sui flussi di denaro, potrebbero delineare un quadro più nitido. Particolare attenzione, spiegano gli investigatori, sarà rivolta alle etichette, perché potrebbero rivelare un metodo di catalogazione ricorrente, forse replicato altrove.

In attesa dei risultati, resta l’immagine di un’abitazione trasformata in un laboratorio silenzioso, nascosto dietro una porta che per mesi non ha attirato alcun sospetto. Un’immagine che riporta l’attenzione sul fenomeno delle micro–coltivazioni domestiche, spesso sottovalutato, e sull’evoluzione dei modelli di spaccio, sempre più piccoli, discreti e integrati negli spazi quotidiani.

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