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Cronaca
30 Novembre 2025 - 10:46
Lupo (archivio)
È stato trovato senza vita, a pochi metri dal ponte sulla Dora Baltea, sul lato di Torrazza Piemonte, un lupo adulto investito nella notte tra il 29 e il 30 novembre. L’animale giaceva sul ciglio della strada, colpito con ogni probabilità da un veicolo in transito. Un episodio tutt’altro che isolato, che conferma una presenza ormai continuativa del lupo nel territorio compreso tra Chivasso, Torrazza e il Vercellese, ben oltre i confini montani dove storicamente era confinato.
Il ritorno del lupo in pianura non è una novità, ma la frequenza crescente di avvistamenti e carcasse investite lungo arterie molto percorse racconta un fenomeno in rapida evoluzione. Dagli ambienti alpini alla collina, e dalla collina alla pianura, il predatore ha ampliato il proprio raggio d’azione in pochi anni. Ed è proprio in questi spazi ibridi — tra campagne, case sparse, strade veloci e aree produttive — che oggi convivono timore, tensione e una domanda di sicurezza sempre più insistente.
Sul versante produttivo, la preoccupazione è fortissima. Gli allevatori della zona denunciano un aumento netto delle predazioni: pecore, capre e perfino vitelli finiscono spesso nel mirino dei branchi. Oltre al danno economico immediato, c’è la frustrazione di chi si trova costretto a modificare abitudini di lavoro consolidate per proteggere gli animali durante la notte o nelle aree più isolate. Una fatica aggiuntiva che molti considerano ormai insostenibile.

Non va meglio sul fronte residenziale. Tra Torrazza, Rondissone, Saluggia e i comuni agricoli del Chivassese, diversi cittadini hanno raccontato di aver incontrato lupi a pochi metri dalle abitazioni, vicino ai cassonetti, lungo le strade secondarie o sui bordi dei campi. Un fenomeno che genera inquietudine nelle famiglie, soprattutto dove vivono bambini e anziani, e che riapre un dibattito annoso: come conciliare sicurezza, tutela della fauna e gestione di un predatore che non considera più l’uomo un limite geografico?
Il caso del lupo investito non è quindi soltanto un fatto di cronaca naturalistica. È il segnale di una presenza stabile e strutturata, che si aggiunge a un’altra emergenza faunistica già radicata: quella dei cinghiali. Due specie diverse, due impatti diversi, ma un unico risultato: agricoltura sotto pressione, strade pericolose, istituzioni chiamate a gestire fenomeni complessi con strumenti ancora insufficienti.
Cinghiali e lupi agiscono in maniera diversa — i primi devastano campi e causano incidenti stradali, i secondi colpiscono il bestiame e si avvicinano sempre più ai centri abitati — ma entrambi contribuiscono a un quadro che gli amministratori locali definiscono “difficile da gestire con le sole risorse attuali”. Intanto, il lupo ritrovato lungo la Dora Baltea resta l’immagine più nitida di una realtà in rapido mutamento: una fauna selvatica che avanza, un territorio che cambia e una sicurezza che molti considerano sempre più fragile.
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