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Cronaca

Rubati 48 panettoni destinati alla beneficenza: nel torinese, un furto meschino che colpisce i più fragili

Una serratura forzata, pochi minuti di silenzio, e un patrimonio di solidarietà scomparso senza lasciare tracce

Rubati 48 panettoni

Rubati 48 panettoni destinati alla beneficenza: un furto meschino che colpisce i più fragili

A Pecetto Torinese, nel cuore del paese, qualcuno ha rubato 48 panettoni destinati alla raccolta fondi del Centro aiuti per l’Etiopia. Un gesto apparentemente piccolo, ma dal peso concreto per una comunità che da anni sostiene iniziative dedicate ai più vulnerabili.

Secondo la ricostruzione, una volontaria dell’associazione aveva stoccato temporaneamente i panettoni nella propria auto, parcheggiata in pieno centro, in attesa di allestire il consueto banchetto solidale. Nei giorni scorsi, ignoti hanno forzato la serratura e portato via tutto: una sparizione rapida, senza testimoni, che ha lasciato dietro di sé solo amarezza.

Il valore economico del furto è immediatamente quantificabile: i panettoni venivano distribuiti con un’offerta minima di 15 euro, per un totale di almeno 720 euro destinati ai progetti dell’associazione. Ma il danno va oltre i numeri. Quei fondi avrebbero sostenuto iniziative rivolte a minori con disabilità, progetti educativi e percorsi di inclusione, parte del lavoro che il Centro aiuti per l’Etiopia porta avanti dal 1983, quando è stato fondato a Verbania.

L’organizzazione, attiva da oltre quarant’anni, opera tra Italia ed Etiopia con adozioni a distanza, programmi di formazione professionale, scuole e laboratori che offrono opportunità concrete a famiglie e ragazzi in difficoltà. Ogni panettone venduto, ogni raccolta fondi, rappresenta un tassello nella costruzione di un aiuto duraturo. E per questo il furto pesa come un tradimento della fiducia collettiva.

La dinamica è semplice, quasi banale: un’auto parcheggiata, una serratura forzata, la merce caricata e portata via. Nessun segno di effrazione evidente oltre alla chiusura manomessa, nessun movimento sospetto registrato. Una sottrazione silenziosa che lascia la comunità a fare i conti con la rabbia e il dispiacere per un gesto che colpisce proprio chi dedica tempo e energie agli altri.

In un territorio in cui il volontariato è spesso la vera rete di sostegno, episodi come questo rischiano di lasciare ferite più profonde del danno economico: scoraggiano i donatori, mettono alla prova la tenuta del gruppo di volontari e costringono le associazioni a correre ai ripari per recuperare risorse già destinate a progetti concreti.

Il furto di Pecetto è un promemoria severo. Ricorda quanto le iniziative solidali siano esposte alla piccola criminalità e quanto sia necessario, per tutta la comunità, prestare attenzione, segnalare comportamenti sospetti, evitare per quanto possibile di lasciare materiale destinato alla beneficenza in luoghi non presidiati. Ma ricorda soprattutto quanto sia fondamentale non lasciare che un gesto incivile indebolisca un lavoro costruito in decenni.

La risposta più forte resta sempre la stessa: continuare a sostenere il volontariato, perché ogni panettone rubato è un motivo in più per donare, non uno per rinunciare.

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