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Cronaca

Mano incastrata nel macchinario alla Gotty di Pray: operaio 51enne ferito

L’uomo, residente nel Novarese, trasportato in ospedale con lesioni alla mano destra: indagano carabinieri e Spresal

operaio ferito

Mano incastrata nel macchinario alla Gotty di Pray: operaio 51enne ferito (foto archivio)

Non era la prima volta che si trovava a maneggiare quel tipo di strumento. Conosceva bene i tempi, le manovre, i rischi. Eppure, ieri giovedì 31 luglio, poco dopo le 13:30, qualcosa è andato storto nello stabilimento della Gotty di Pray, azienda specializzata nella lavorazione dei metalli, nel cuore del Biellese. Un operaio di 51 anni, originario dell’India ma residente in provincia di Novara, ha subito un grave infortunio mentre lavorava a un macchinario per la lucidatura. La sua mano destra è rimasta incastrata tra i rulli, in una sequenza di pochi istanti che hanno trasformato una giornata qualsiasi in un dramma sfiorato.

L’allarme è scattato immediatamente. I colleghi hanno fermato il macchinario e chiamato i soccorsi. Sul posto è arrivata in breve tempo un’ambulanza del 118, insieme ai vigili del fuoco del distaccamento di Valdilana, che hanno prestato supporto per liberare la mano dell’uomo dal macchinario. I carabinieri della stazione di Valle Mosso sono giunti nello stabilimento per eseguire i rilievi, mentre i tecnici dello Spresal di Vercelli, come da prassi, hanno avviato gli accertamenti per verificare il rispetto delle normative in materia di sicurezza sul lavoro.

Le condizioni dell’operaio sono state giudicate di media gravità. Dopo le prime cure sul posto, è stato trasportato in codice giallo all’ospedale di Borgosesia, dove è stato sottoposto ad accertamenti medici. La funzionalità della mano potrebbe essere compromessa, ma solo nei prossimi giorni i medici valuteranno l’effettiva entità del danno.

Secondo una prima ricostruzione, l’operaio stava conducendo normali operazioni di finitura su un pezzo metallico, quando avrebbe inavvertitamente avvicinato troppo la mano al sistema di rotazione della lucidatrice. I dispositivi di sicurezza potrebbero non aver funzionato correttamente, oppure il gesto potrebbe essere stato troppo rapido per essere intercettato. Saranno le indagini a chiarire i dettagli.

La Gotty di Pray, storica realtà del settore metalmeccanico piemontese, impiega decine di operai e ha un’attività continuativa nell’ambito della lavorazione e rifinitura dei metalli. Non è la prima volta che una fabbrica simile finisce sotto i riflettori per incidenti accaduti durante l’orario di lavoro. In molti casi, gli strumenti utilizzati comportano rischi elevati e richiedono il massimo rispetto delle norme antinfortunistiche.

Il tema degli infortuni sul lavoro, purtroppo, resta centrale in Italia. Secondo gli ultimi dati forniti da INAIL, nei primi sette mesi del 2025 si contano oltre 310mila denunce di infortunio sul territorio nazionale. Di queste, quasi 600 hanno avuto esito mortale, mentre migliaia hanno portato a conseguenze invalidanti. I settori più colpiti restano costruzioni, logistica e industria manifatturiera, in particolare tra operai con contratti precari o lavoratori stranieri impiegati in ruoli ad alta esposizione al rischio. Nonostante le campagne di sensibilizzazione e gli obblighi formativi previsti dalla legge, molte aziende continuano a sottovalutare l’importanza di investire in sicurezza, aggiornando macchinari e formando adeguatamente il personale.

L’infortunio avvenuto alla Gotty di Pray rappresenta l’ennesimo episodio di un’emergenza che, a differenza di altre, non finisce mai in prima pagina, ma continua a colpire ogni giorno, spesso nel silenzio. E finché resterà confinata nelle statistiche, a pagare saranno sempre gli stessi: operai, tecnici, artigiani, troppo spesso lasciati soli davanti a strumenti pericolosi e tutele insufficienti.

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