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Cronaca
24 Giugno 2025 - 10:58
Escort transgender rapinava i clienti: condannata a 6 anni e 8 mesi. Immagine di repertorio
Schiaffi, bottiglie rotte, spray al peperoncino e furti. Una lunga scia di rapine aggravate, tutte commesse con modalità violente, ha portato alla condanna di sei anni e otto mesi di carcere per una escort transgender residente a Torino, ora rinchiusa nel carcere Lorusso e Cutugno.
Il provvedimento del tribunale arriva dopo numerosi episodi raccolti in un fascicolo d’indagine avviato dalla procura grazie alle denunce di alcuni clienti, che hanno avuto il coraggio di raccontare quanto accaduto. Alcuni degli episodi precedenti, invece, non erano mai stati segnalati, probabilmente per imbarazzo da parte delle vittime, restie ad ammettere le circostanze in cui erano avvenuti i fatti.
Una volta formalizzate le prime querele, gli investigatori hanno potuto avviare gli accertamenti. In breve tempo hanno ricostruito una sequenza dettagliata di aggressioni e sottrazioni di denaro, spesso con l’uso della forza. In almeno un’occasione, la donna ha utilizzato uno spray urticante spruzzato negli occhi della vittima per disorientarla e facilitarne il derubamento.
Immagine di repertorio
Uno degli episodi più gravi si è verificato il 2 luglio 2024. In quell’occasione, la escort ha aggredito un uomo con una bottiglia, lo ha colpito con schiaffi al volto, e ha usato lo spray per bloccarlo. Poi gli ha portato via 225 euro in contanti e uno zaino con dentro un computer.
Il 10 agosto dello stesso anno, la donna ha rubato telefono e bancomat a un altro cliente. E solo un mese dopo, l’11 settembre, si è introdotta senza autorizzazione in un’automobile ferma, con a bordo una persona. Dopo aver sfilato le chiavi dal cruscotto, ha gridato: «Dammi i soldi» e ha costretto la persona a prelevare denaro a uno sportello bancomat, sotto minaccia.
In alcuni di questi episodi, la escort non ha agito da sola. Le indagini hanno messo in luce la possibile presenza di complici, al momento non ancora identificati. È uno degli aspetti su cui la procura continua ad approfondire.
La pena stabilita dal giudice include anche una condanna accessoria di quattro mesi, inflitta pochi giorni prima della sentenza principale. Il legale della donna potrà ora valutare la possibilità di un ricorso, con l’obiettivo di ottenere una riduzione della pena, ma intanto la condannata rimane in custodia cautelare presso il carcere torinese.
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