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Cronaca

Donna si lancia dal quinto piano per sfuggire alle fiamme

Una donna perde la vita in un tragico incendio mentre la comunità cerca risposte e solidarietà

Donna si lancia dal quinto

Donna si lancia dal quinto piano per sfuggire alle fiamme

Una notte di terrore ha scosso Milano. Al civico 64 di viale Abruzzi, un incendio devastante ha avvolto un edificio residenziale, costringendo una donna al gesto disperato di lanciarsi nel vuoto dal quinto piano per sfuggire alle fiamme. È morta poche ore dopo il ricovero, lasciando dietro di sé una scia di dolore, rabbia e domande senza risposta. Era la notte tra il 4 e il 5 giugno. Le fiamme sono partite da un appartamento al quarto piano e si sono propagate rapidamente, alimentate forse da materiali combustibili presenti all’interno.

Il fumo nero ha invaso il vano scala in pochi minuti. Erano circa le 2:30 quando è scattato l’allarme. I residenti, svegliati dall’odore acre e dalle grida, hanno cercato rifugio ovunque potessero. In molti sono riusciti a scappare, altri sono stati salvati dai vigili del fuoco. Per una donna, però, la via di fuga è diventata un salto nel vuoto. Un tentativo estremo di salvarsi dalla morsa delle fiamme e del fumo. È caduta nel cortile interno, riportando ferite gravissime. È morta poco dopo in ospedale. Due persone sono rimaste ferite in modo lieve, ma il bilancio psicologico ed emotivo è ben più pesante. L’edificio è stato evacuato. I dodici appartamenti del quarto piano sono stati dichiarati inagibili.

Interventi Vigili del Fuoco

Gli sfollati hanno trovato accoglienza momentanea presso parenti o strutture comunali. I tecnici sono al lavoro per verificare la stabilità del palazzo, ma il ritorno alla normalità non sarà né semplice né veloce. Il Nucleo Investigativo Antincendio Lombardia è stato attivato per accertare le cause. Tra le ipotesi, un cortocircuito o un errore umano. Nulla è escluso. I sopralluoghi proseguiranno nei prossimi giorni. Intanto, la Procura ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. La comunità è sotto shock. In viale Abruzzi si respira dolore e smarrimento.

I vicini parlano di una donna riservata, gentile, che da anni abitava al quinto piano. Nessuno si aspettava un epilogo simile. E ora si chiede: l’impianto antincendio funzionava? C’erano estintori? Le vie di fuga erano libere? Interrogativi che scuotono anche il Comune, già pronto ad avviare controlli in altre strutture residenziali simili. Intanto, nel quartiere, si moltiplicano le iniziative di solidarietà.

C’è chi organizza raccolte fondi per le famiglie colpite, chi offre ospitalità, chi distribuisce cibo e abiti. Perché se le fiamme distruggono, è la comunità a tentare di ricostruire. Ma l’odore del fumo resta, così come l’immagine di una donna che ha preferito il salto alla morte lenta, e l’urlo silenzioso di chi chiede verità.

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