Danni ai distributori per pochi euro: condannato a quattro anni

Spiccioli, merendine e crack. La sua vita gira intorno a questi tre elementi. Un giorno prende 20 euro, il giorno dopo si accontenta di due brioche e un’aranciata. Non è Robin Hood, non è neanche un delinquente organizzato. È un uomo distrutto dalla droga. Ha 31 anni, è originario di Pinerolo e in questi anni ha saccheggiato distributori automatici da Nord a Sud: Torino, Milano, Cuneo, Savona, e chissà dove altro.

A Torino il conto si è chiuso. Il tribunale l’ha condannato a quattro anni e dieci mesi, più multa e risarcimento a una delle aziende colpite, costituita parte civile. L’avvocato Vittorio Rossi, sostituito in aula dalla collega Monica Galluzzo, ha provato a spiegare la spirale: “Da anni è dipendente dal crack. Ha tentato più volte di smettere, ma ogni volta è ricaduto. Ora ha iniziato un percorso per salvarsi”.

Una dipendenza che gli ha spazzato via tutto: affetti, casa, famiglia, dignità. Per sopravvivere gli bastano poche monete, e ha trovato il modo per prenderle: cacciavite in tasca, vetri rotti, incasso svuotato. Sempre la stessa scena. Ogni volta un bottino da fame. A Natale 2022 era in azione. Ad agosto pure. Quasi trenta colpi solo nel Torinese tra 2021 e 2024. E tanti altri in giro per l’Italia.

Le telecamere lo inchiodano, le forze dell’ordine lo fermano, lui confessa, viene denunciato, finisce dentro. Poi riesce a tornare fuori, e riparte da capo. Un ciclo. Un’ossessione. Un bisogno che ha la forma di una monetina da 50 cent e l’odore tossico del crack. Ora c’è una condanna vera. Ma sarà abbastanza per fermarlo?

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