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Cronaca
23 Aprile 2025 - 10:24
tre minorenni armati di coltello fanno irruzione in hotel. Baby gang nel mirino delle forze dell’ordine
Monselice, cittadina veneta da sempre sinonimo di quiete e tradizione, si è risvegliata sabato 19 aprile con il volto segnato da un episodio che ha interrotto bruscamente la sua routine. Un’irruzione notturna, condotta da tre ragazzi minorenni, ha portato alla luce un fenomeno che si fa sempre più difficile da ignorare: la crescita della microcriminalità giovanile e i legami sempre più stretti con le baby gang locali.
Tutto ha avuto inizio nella notte tra venerdì e sabato. I tre adolescenti — due nordafricani e un ragazzo di origine rumena — hanno scavalcato la recinzione di un albergo del centro cittadino con l’intento, secondo quanto emerso dalle prime ricostruzioni, di passarvi la notte illegalmente. Ma non si sono limitati a cercare riparo. Una volta introdottisi nella reception, hanno rubato oggetti personali della titolare e sottratto una chiave, con la quale hanno aperto una delle camere e vi si sono barricati. In tasca, un coltello da macellaio lungo quaranta centimetri: un’arma che non lascia dubbi sull’intenzione di intimidire e difendersi a tutti i costi.
La mattina successiva, è stata proprio la proprietaria dell’albergo a scoprire l’intrusione: insospettita dall’assenza di una chiave e da alcuni oggetti mancanti, ha individuato la stanza occupata abusivamente. Senza perdere lucidità, ha bloccato la porta dall’esterno e allertato i Carabinieri, che si sono precipitati sul posto con due pattuglie. I tre hanno provato a fuggire, ma sono stati subito fermati e identificati.
I tre minorenni erano già nati alle forze dell'ordine
In caserma è emersa una verità ancora più inquietante: tutti e tre i minori erano già noti alle forze dell’ordine. Uno di loro, in particolare, risultava destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per rapina, e per lui si sono subito aperte le porte della casa circondariale minorile di Treviso. Gli altri due sono stati affidati, rispettivamente, a una casa famiglia e alla famiglia d’origine.
Dietro questo episodio, tuttavia, c’è molto più di una bravata. Gli inquirenti sospettano che i tre facciano parte o abbiano legami con baby gang attive nel padovano, gruppi giovanili coinvolti in furti, rapine, spaccio e aggressioni. Un sottobosco criminale che cresce nell’ombra, spesso tollerato o sottovalutato, e che ora impone risposte concrete.
A carico dei tre minori sono state formalizzate denunce per furto, danneggiamento e violazione di domicilio. Nessuno degli ospiti dell’hotel o del personale è rimasto ferito, ma la paura e il senso di insicurezza si sono diffusi rapidamente nella comunità.
Monselice non è più solo la “città delle sette chiese”: ora è anche teatro di un cambiamento sociale che interroga le istituzioni, la scuola, le famiglie. Come è possibile che ragazzi così giovani si muovano con disinvoltura in dinamiche criminali strutturate? Come si può impedire che il disagio giovanile degeneri in violenza?
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