A Ivrea, in Corso Nigra, non è più soltanto una questione di degrado urbano. Siamo oltre. È una guerra di bande. Un conflitto per il controllo del territorio che, giorno dopo giorno, sta trasformando l’area attorno alla stazione ferroviaria in un campo di battaglia a cielo aperto. Un teatro di violenza dove si rincorrono insulti, minacce, pestaggi e – ormai – anche coltelli.
Oggi, per l’intera giornata, almeno una trentina di ragazzi, perlopiù di origine nordafricana, si sono rincorsi a più riprese, urlandosi minacce e colpendosi con calci e pugni, davanti a residenti e pendolari sbigottiti. Nessuna remora. Nessun timore. Neppure della presenza delle forze dell’ordine, arrivate sempre troppo tardi ma in forza. E si sono contate almeno 8 pattuglie tra carabinieri e polizia. Sul posto anche il comandante Manuel Grasso.
Il primo a denunciare la situazione è stato Adriano Vaglio, titolare del Buffet della Stazione, che lancia l’allarme da mesi. “Ho chiamato i carabinieri intorno a mezzogiorno, ma era già tutto fuori controllo”, racconta, visibilmente provato. E non era che l’inizio.
Nel pomeriggio la situazione è precipitata. Durante l’ennesimo scontro tra bande rivali peraltro consumatosi a colpi di "sanpietrini" e pietre, uno dei gruppi ha liberato un cane di grossa taglia, lanciandolo contro un ragazzo della banda opposta che, ha reagito con una brutalità spaventosa: ha accoltellato l’animale, lasciandolo ferito in mezzo alla strada, in una pozza di sangue, e poi è fuggito.
Nel mezzo della rissa sono pure stati presi di mezzo, sempre con calci e spintoni, alcuni ragazzi "italianissimi".
Una scena terrificante, avvenuta in pieno giorno e sotto gli occhi di chi stava semplicemente cercando di vivere una giornata normale.
Alcuni agenti di polizia, allertati dalle numerose telefonate, hanno caricato il cane ferito su un’auto di servizio e lo hanno portato da un veterinario, mentre altri si sono messi a inseguire l’aggressore per le vie del centro.
Intanto, gli episodi si susseguono senza tregua.
Domenica mattina, un’altra scena inquietante ha avuto come protagonista una ragazza appena scesa da un autobus proveniente da Aosta. Avvicinata da un gruppo di giovani, è stata importunata e ha reagito con frasi provocatorie sull’Islam e la condizione femminile in alcuni Paesi arabi. La risposta è stata immediata: una raffica di insulti violenti e minacciosi, che l’hanno costretta a rifugiarsi nel bar della stazione. Anche in questo caso, solo l’intervento dei carabinieri ha evitato il peggio.
“Qui il clima è tesissimo”, confessa ancora Vaglio. “Ho dipendenti giovani, ragazze, che non vogliono più uscire da sole la sera. Una di loro abita a 500 metri da qui. Mi ha detto che ha paura. E come darle torto?”.
E come darle torto, davvero. Perché la sensazione che si respira nella zona è quella di una città ormai in balìa delle gang. “Lavorare così non è più possibile. Non so se vale ancora la pena. A volte questi non pagano nemmeno. E se ti opponi, ti minacciano”, conclude Vaglio, con lo sguardo stanco di chi ha perso la speranza.
Ivrea sta scivolando dentro una crisi sociale profonda, dove la violenza non è più un’eccezione ma una quotidianità malata. Dove la sicurezza è solo una parola nei comunicati ufficiali, ma non nei fatti. Dove le istituzioni continuano a parlare, mentre Corso Nigra e il Movicentro affondano nel caos.
La verità è che qui, ormai, non comanda più la legge. Ma chi grida più forte, chi mena più duro, chi ha meno da perdere.
Va giù secco il consigliere comunale Massimiliano De Stefano: "Non voglio infierire ma rivolgersi al Prefetto non basta più ed è da mesi che lo dico. La situazione è ormai sfuggita di mano: ci va l'esercito. La politica, il sindaco, la giunta, il consiglio comunale devono cominciare a lavorare sui presidi, sull'illuminazione, sulla videosorveglianza e con il corpo dei vigili. Non è mai troppo tardi ma siamo arrivati al limite..." .
E il consigliere comunale Andrea Cantoni sui social aggiunte: "Non è ancora Bronx ma ci stiamo arrivando...".