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Cronaca

Vicini da incubo: occupano abusivamente un alloggio e rendono la vita di una famiglia un inferno

E' successo in una palazzina di Atc: nei guai una famiglia di italiani. Le vittime, di nazionalità marocchina, si sono costituite parte civile

Vicini da incubo: occupano abusivamente un alloggio e rendono la vita di una famiglia un inferno

Vicini da incubo: occupano abusivamente un alloggio e rendono la vita di una famiglia un inferno

Hanno occupato abusivamente un appartamento e poi hanno tormentato gli inquilini del piano di sotto tanto che ora sono imputati di stalking.

Questa l'accusa portata al vaglio del tribunale di Torino, dove oggi è stata celebrata un'udienza del processo che vede chiamati in causa i tre componenti (padre, madre e figlia) di una famiglia di italiani. Le presunte vittime (padre, madre e cinque figli) sono di origini marocchine e sono ora costituite parte civile con l'avvocato Alessandro Bellina. La vicenda risale al 2022 e si è svolta in una palazzina popolare Atc. L'appartamento fu sgomberato con l'intervento delle forze dell'ordine nel maggio del 2023. Ma nel frattempo, secondo le indagini, gli inquilini dell'alloggio sottostante furono sottoposti a una vera e propria persecuzione.

Il tribunale di Torino

“Quelli che abitavano sopra di noi - ha detto la mamma - facevano rumori molto forti. Battevano i piedi per terra di sera e anche di notte, al punto che non riuscivamo più a dormire. Una volta uscii sul pianerottolo e urlai ‘basta casino’. Allora scesero: madre e figlia mi strapparono i capelli, l’uomo mi picchiò al volto e svenni”. La donna riportò lesioni giudicate guaribili in 60 giorni.

In aula si è parlato di insulti, di minacce di morte, di sputi: “Ci dicevano cose bruttissime, si fermavano davanti alla nostra porta e le davano colpi fortissimi. I miei figli piangevano sempre. Uno di loro a scuola era il primo della classe e non riusciva più a studiare. Io sono in cura da una specialista e prendo dei farmaci. Abbiamo paura ancora adesso”. Gli imputati, difesi dagli avvocati Paola Rubeo e Salvo Greco, respingono ogni accusa.

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