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Il segretario dei Radicali sfida Salvini al volante (dopo uno spinello)

Il segretario dei Radicali Italiani guida sotto effetto di cannabis per contestare la norma che considera "liberticida e ridicola". Ora lo aspetta il tribunale, e non vede l'ora

Il Caso Blengino: Disobbedienza Civile e Contestazione del Nuovo Codice della Strada

cannabis

Cosa non si fa per una buona causa! Filippo Blengino, segretario dei Radicali Italiani, ha deciso di farsi denunciare per contestare il nuovo codice della strada voluto da Matteo Salvini. E come? Mettendosi alla guida sotto l'effetto di cannabis, naturalmente. "Disobbedienza civile", la chiama lui. Una mossa coraggiosa o semplicemente il peggior piano PR del 2024?

A fine dicembre, Blengino si era autodenunciato a Roma per aver guidato dopo aver assunto sostanze stupefacenti. Ora è arrivata la denuncia formale, e il segretario dei Radicali non potrebbe essere più felice.

"Rovinare vite senza motivo e criminalizzare chi non è alterato è l'ennesima dimostrazione di una politica miope e punitiva", ha dichiarato con tono battagliero, probabilmente già pregustando la possibilità di trasformare il tribunale in un palcoscenico per la sua campagna.

Filippo Blengino

Ma non basta: secondo Blengino, la norma sarebbe "liberticida e incostituzionale", degna di una distopia in stile Orwell. La legge, infatti, prevede fino a un anno di carcere e 6.000 euro di multa per chi guida dopo aver fumato cannabis nei giorni precedenti.

Una norma che, dice il segretario, non tiene conto dello stato di lucidità del conducente. E così, mentre c'è chi lotta contro i veri pericoli della strada – come la guida in stato di ebbrezza o l'uso del cellulare al volante – Blengino si lancia nella sua personale crociata contro quella che definisce una "politica propagandistica che non risolve alcun problema reale".

Naturalmente, non è mancata la stoccata contro il Ministro delle Infrastrutture.

Dietro a questo codice della strada ci sarebbe Salvini, l'instancabile creatore di regole che, secondo Blengino, ama più le multe che le soluzioni concrete. "Non vedo l'ora di arrivare in tribunale per smontare questa legge ridicola", ha promesso il segretario, che pare ansioso di trasformare un'aula giudiziaria nel palcoscenico della sua prossima "performance".

Insomma, un’altra giornata all’insegna della lotta per i diritti fondamentali... e per il diritto a guidare dopo uno spinello, che evidentemente è diventato il problema più urgente per il nostro Paese.

Ma, d’altra parte, che mondo sarebbe senza un pizzico di cannabis e una bella causa da difendere?

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