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Cronaca
15 Giugno 2024 - 15:49
Mara Favro è scomparsa da Chiomonte facendo perdere le sue tracce dalla notte tra il 7 e l'8 marzo scorsi
"Non la rivedremo più, se non cadavere, se mai succederà".
L'ex compagno di Mara Favro, la 51enne scomparsa a Chiomonte, in Val di Susa, non ha molte speranze che venga ritrovata la donna di cui si sono perse le tracce tra il 7 e l'8 marzo.
L'uomo, Massimiliano, intervistato da diversi quotidiani, è convinto che Mara "non si sarebbe mai allontanata da sua figlia: viveva per lei. Ogni suo impegno non la discostava mai dalla bambina".
La donna è madre di una bimba di 9 anni. "Ripeto: è impossibile che si sia allontanata da sola, per questo sollecitiamo le indagini".
Secondo Massimiliano, più passa il tempo e più le speranze si assottigliano. Nella storia, spiega che a suo parere, sono "implicate brutte persone, malvagie, gente che ha detto menzogne. Al momento della scomparsa c'erano attorno a Mara persone orrende, tra bugie e verità non dette".
La donna, residente a Susa, con lui non avrebbe mai parlato di lasciare il lavoro, nella pizzeria di Chiomonte, come invece aveva scritto in diversi messaggi WhatsApp inviati a un suo conoscente quando è scomparsa.
"Neppure un accenno, non ha mai fatto trapelare nulla. Era una persona eccessivamente riservata, altrimenti chissà, forse avremmo potuto aiutarla". Infine l'ex di Mara lancia un appello alle "donne di questi uomini malvagi, che avranno madri, mogli, figlie. Devono aiutarci, per fare giustizia, per mia figlia, e per loro stesse. Chi vive al fianco di persone così è in pericolo: raccontino quel che sanno e si mettano in salvo".
Intanto proseguono le indagini: i carabinieri hanno sequestrato la seconda macchina su cui era salita Mara Favro prima di svanire nel nulla, dato che la sua Panda verde aveva problemi ai freni.
Si indaga per omicidio sulla scomparsa. Il fascicolo, inizialmente aperto senza ipotesi di reato, ora è stato modificato. Il fratello della donna, assistito dall'avvocato Roberto Saraniti, aveva inviato in procura a Torino un esposto proprio per omicidio e occultamento di cadavere. I carabinieri stanno allargando via via la platea delle persone sentite, a cui si sono aggiunti tra gli altri i vicini di casa.
Le versioni raccolte finora infatti non coincidono in tutto. E le nuove testimonianze creano ulteriori incertezze: parlano infatti di date e orari che collocherebbero la donna non al lavoro, cosa questa che era parsa finora un pilastro dell'indagine.
Il punto è che ora due testimoni hanno ricordato di averla vista per l'ultima volta nella propria casa proprio il 7 marzo: il primo alle 20.30, il secondo alle 21.30. Questa versione coinciderebbe con il contenuto di un presunto messaggio che la cameriera avrebbe inviato la mattina dell'8 al datore di lavoro, in cui diceva che non avrebbe più lavorato nel locale, messaggio però non più reperibile.
Il suo cellulare non si trova e il datore di lavoro, titolare di una pizzeria di Chiomonte, l'avrebbe cancellato. Secondo l'uomo, che lo ha fatto mettere a verbale, "Mara Favro la sera tra il 7 e l'8 marzo è andata via con il pizzaiolo, con la macchina di lui, anche se lui non aveva la patente". Quest'ultimo l'avrebbe poi lasciata davanti a un pub di Susa.
Ma poco prima delle tre di notte Mara sarebbe tornata indietro, grazie a un passaggio di un camionista, perché, sempre a detta del titolare, aveva "dimenticato le chiavi di casa e un pacchetto di sigarette". Poi si sarebbe incamminata sulla statale 24, nuovamente verso Susa. Stavolta a piedi e nel buio per questi poco più di 7 chilometri di distanza. "Non potevo accompagnarla io, visto che non posso uscire dopo la mezzanotte", ha spiegato il titolare del locale.
Versione però smentita in parte dal pizzaiolo: "Non ho accompagnato nessuno. Non ho la patente. Lei mi ha dato uno strappo fino al tornante stradale di Susa, perché era venuta a lavoro in auto. Mi disse che la macchina era guasta", racconta l'uomo. Il pizzaiolo si è licenziato pochi giorni fa e si dice che voglia lasciare il paese.
Quanto al titolare del locale, si sente forte della sua versione anche perché "la sera che Mara è scomparsa, alle tre e mezza circa, come ogni notte o quasi, la pattuglia dei carabinieri è venuta a controllarmi a casa". L'uomo è infatti da anni in libertà vigilata dopo una condanna per associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico, alla riduzione in schiavitù e allo sfruttamento della prostituzione.
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