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Cronaca
08 Maggio 2024 - 12:08
Altra notte di tensione al Pronto Soccorso di via Battitore a Ciriè, dove un 30enne di Caselle ha preso a calci e pugni un infermiere e morso una dottoressa che sarebbe intervenuta per cercare di renderlo inoffensivo. Ma non è finita qua: il paziente, poi, ha anche presentato un esposto e denunciato il personale medico per sequestro di persona e lesioni.
Ma facciamo un passo indietro.
Il fatto è andato in scena la scorsa settimana, ma gli eventi sono stati resi noti soltanto in questi giorni a seguito delle denunce.
Il ragazzo, stando a quanto ha raccontato, sarebbe stato lasciato dalla fidanzata e avrebbe cominciato a bere a lungo: temendo poi un malore, ha deciso di contattare il 118.
Il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Ciriè
Una volta giunto al Pronto Soccorso, il giovane avrebbe avuto un litigio con un medico, fattore che avrebbe scatenato la sua violenta reazione: calci e pugni a un infermiere, con quattro persone intervenute per cercare di calmarlo e anche un morso a una dottoressa. Il 30enne, dopo l’aggressione, è stato denunciato per lesioni e interruzione di pubblico servizio.
Sul posto sono immediatamente intervenuti i carabinieri della compagnia di Venaria Reale, ma dopo l’arrivo delle forze dell’ordine il casellese ha deciso di sporgere denuncia per sequestro di persona e lesioni.
Stando a quanto riportato dal ragazzo, il giovane sarebbe stato steso a terra e sedato, visto che si è svegliato ore dopo in stato confusionale e molto dolorante.
La questione adesso passa nelle mani della Procura di Ivrea, che cercherà di fare chiarezza su quanto accaduto, per una vicenda che continua a presentare molti nodi irrisolti.
Quello della scorsa settimana, comunque, è l’ennesimo episodio di violenza che si verifica nella struttura sanitaria di Ciriè. L’ultimo fatto che avevamo raccontato risale solo a metà marzo di quest’anno, quando un detenuto straniero di 52 anni, sottoposto a Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), aveva dato più volte in escandescenze aggredendo due agenti della polizia penitenziaria.
L’intervento degli agenti, allora, era stato richiesto dal personale sanitario, che doveva effettuare una puntura e somministrare al paziente un trattamento farmacologico. Il detenuto avrebbe all’improvviso reagito violentemente, strattonando gli agenti e colpendoli. In questo caso, uno dei due uomini era stato ferito da un violento calcio, riportando lesioni alla mano destra, mentre l’altro aveva subìto una ferita causata da un ferma capelli.
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