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Cronaca

Violentò una ragazza, il giudice lo condanna a cinque anni e dieci mesi

"Faceva muro col branco mentre la ragazza veniva violentata"

Violentò una ragazza, per lui il pm chiede 6 anni

Violenza sulle donne

È arrivata oggi la prima condanna a Milano per le "brutali aggressioni sessuali", come le ha descritte in aula il pm Alessia Menegazzo, "da parte di un'orda di uomini", un "branco" di una quarantina di ragazzi di origine straniera, "a giovani donne che si trovavano con i loro amici a festeggiare il capodanno" del 2022 in piazza del Duomo.

Cinque anni e 10 mesi di reclusione per violenza sessuale di gruppo sono stati inflitti dalla quinta penale (presidente del collegio Luisa Savoia) ad Abdallah Bouguedra, 22 anni, nato a Torino da una famiglia di origine marocchina e a processo con rito ordinario per l'episodio più grave ai danni di una 19enne, che era in compagnia di un'amica e che venne violentata all'angolo con via Mazzini. Il 22enne era stato arrestato qualche settimana dopo nell'inchiesta della Squadra mobile, così come due minorenni e altri due giovani, il 20enne Abdel Fatah e il 19enne Mahmoud Ibrahim, che hanno scelto la strada del rito abbreviato.

Per loro la Procura ha già chiesto condanne a 4 e 6 anni e la sentenza è attesa per il 4 maggio. Nei mesi scorsi, intanto, altri tre ragazzi sono finiti in carcere e pure per loro si avvicina il processo. "Lui era accanto alle vittime e faceva muro, assieme al branco, mentre la ragazza veniva brutalmente spogliata e violentata sui cocci di bottiglia", ha spiegato nella requisitoria il pm Menegazzo, che ha coordinato, con l'aggiunto Letizia Mannella, le indagini sulle violenze ad una decina di ragazze, tra cui due turiste tedesche ventenni.

Il pm ha evidenziato che l'imputato ha mentito nelle indagini e nel processo, sostenendo che non facesse parte del branco: "Per lui - ha aggiunto - sarebbe stata la 19enne volontariamente a tuffarsi nel gruppo di 30-40 giovani, una versione offensiva per la vittima".

A suo carico, ha proseguito l'accusa, c'erano le dichiarazioni "delle due ragazze, dei loro amici", l'ormai noto video della testimone oculare che finì sul web, "gli indumenti sequestrati e uguali a quelli ripresi nelle immagini e da lui indossati e le intercettazioni".

"Mi tiravano per le braccia e per le gambe. Ho visto quello con la giacca rossa di fianco a me", ha messo a verbale la ragazza, confermando il riconoscimento di Bouguedra, che aveva anche i capelli "tinti di biondo". Era stato "il primo ad avvicinarle e poi le due erano state circondate", ha ricordato il pm, chiarendo che lui con gli altri "ha aumentato la forza intimidatrice del branco, ha costruito anche col proprio corpo quel muro che ha impedito la fuga delle ragazze e la possibilità di aiuto degli amici, ha annientato e paralizzato la forza di reazione" delle vittime.

"Questa è la giustizia in Italia, il mio non è il primo caso di malagiustizia", ha commentato il 22enne, mentre l'avvocato Giuseppe Boccia ha annunciato ricorso in appello. I giudici hanno comunque concesso al giovane le attenuanti generiche e lo hanno assolto da un'accusa di rapina. Hanno riconosciuto, poi, alla 19enne, parte civile coi legali Silvia Allai e Carlo Pellegri, una provvisionale di risarcimento da 30mila euro.

E un risarcimento da 7mila euro è andato al Comune di Milano, entrato come parte civile nel dibattimento per i "danni non patrimoniali per il grave turbamento ai cittadini e i danni all'immagine". Una città che anche negli ultimi giorni è finita al centro delle cronache per fatti di violenza sessuale, tra cui i terribili abusi subiti da una donna nell'ascensore della stazione Centrale.

Il pm aveva chiesto 6 anni

"Lui era accanto alle vittime e faceva muro, assieme al branco, mentre la ragazza veniva brutalmente aggredita e violentata sui cocci di bottiglia".

Con queste parole, nel corso della requisitoria, il pm di Milano Alessia Menegazzo ha chiesto una condanna a 6 anni di reclusione per Abdallah Bouguedra, 22 anni e nato a Torino, a processo con rito ordinario per una delle violenze sessuali di gruppo, e in particolare l'episodio più grave ai danni di una 19enne che era in compagnia di un'amica, nella notte di Capodanno del 2022 in piazza Duomo.

L'unica "verità provata con assoluta certezza", ha spiegato il pm davanti ai giudici della quinta penale, "è che lui era lì mentre le due ragazze venivano toccate, anzi lui era stato il primo ad avvicinarle e poi erano state circondate dal branco, ed era ancora lì mentre una veniva buttata sui cocci di bottiglia, spogliata e subiva le violenze, era accanto alla vittima, ma continua a mentire, tenta di negare con ostinazione, parlando di un errore di persona".

La 19enne subì gli abusi più gravi e violenti di quella notte, all'angolo con via Mazzini, ed è parte civile nel processo. A carico del 22enne, ha chiarito il pm, c'è l'ormai famoso video, realizzato da una testimone oculare col telefonino, che lo riprende ("aveva le punte dei capelli tinte di biondo") con addosso gli abiti che poi gli sono stati sequestrati quando fu arrestato.

E pure la testimonianza della 19enne: "Ho visto quello con la giacca rossa di fianco a me", ha dichiarato anche nell'incidente probatorio confermando il riconoscimento di Bouguedra."Fino a prova contraria non ha commesso il fatto, non è stato provato oltre ogni ragionevole dubbio che lui abbia commesso le condotte contestate e dunque va assolto".

Così l'avvocato Giuseppe Boccia, al termine dell'arringa, ha chiesto l'assoluzione per Abdallah Bouguedra, 22 anni e nato a Torino, a processo con rito ordinario per una delle violenze sessuali di gruppo nella notte di Capodanno del 2022 in piazza Duomo e in particolare per l'episodio più grave ai danni di una 19enne che era in compagnia di un'amica, all'angolo con via Mazzini.

La difesa: "Il 22enne non era nel branco"

Il 22enne "non era nel gruppo dei 30-40 aggressori e la persona offesa può essersi confusa", ha aggiunto il difensore, parlando anche di un "riconoscimento a carico dell'imputato suggestionato dai media". Per l'imputato, ora ai domiciliari, la Procura ha chiesto una condanna a 6 anni e i giudici (presidente del collegio Luisa Savoia) si sono ritirati in Camera di consiglio e usciranno oggi con la sentenza.

Il pm Alessia Menegazzo ha ribadito più volte nella sua requisitoria che l'imputato ha mentito nelle indagini e nel processo, sostenendo che non era nel gruppo degli aggressori: "Per lui - ha detto - sarebbe stata la vittima volontariamente a tuffarsi nel gruppo dei 30-40 giovani, una versione offensiva per la vittima".

A suo carico, ha proseguito il pm, ci sono le dichiarazioni "delle due ragazze, dei loro amici, il video della testimone oculare, gli indumenti sequestrati uguali a quelli ripresi nelle immagini e da lui indossati e le intercettazioni". 

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