Il sito unisce ad elementi di interesse naturalistico (per la presenza di una qualità non comune di
granito di colore rosso, per il patrimonio boschivo e per la suggestione di un grandioso panorama che spazia su larga parte del territorio piemontese) ad elementi di interesse archeologico e storico. Sono state infatti rinvenute tracce di una antica cultura preistorica risalente all'
età del bronzoe scavi effettuati negli anni ottanta del XX secolo hanno portato alla luce i resti di una fortificazione
longobarda.
La storia del Santuario
Anche se la tradizione vuole che sia stato
Re Arduino ad ordinarne la costruzione per ringraziare la Vergine di una miracolosa guarigione che egli avrebbe ottenuto in Ivrea nel
1002 quand’era gravemente infermo, in realtà il primo edificio religioso a Belmonte sorse prima dell'
anno Mille, grazie ad un piccolo gruppo di
Monache Benedettine provenienti dal vicino convento di
Busano, fondato da Emerico per la figlia
Libania. Dopo circa tre secoli le due comunità religiose passarono sotto la giurisdizione dell’
Abbazia di Fruttuaria di
San Benigno Canavese.
Le Benedettine vi rimasero sino al
1601, quando, in virtù di disposizioni emanate dopo il
Concilio di Trento, venne deciso che i conventi femminili non dovessero essere posti in luoghi romiti.
Un documento custodito a
Valperga narra di un evento miracoloso che sarebbe avvenuto proprio il giorno in cui le pie suore stavano lasciando il convento per sistemarsi a
Cuorgnè, portando con loro la statua della Madonna. Racconta il documento che quando si iniziò a rimuovere la statua calò nella chiesa un buio profondo, mentre il viso della statua venne assalito da un intenso pallore. I molti fedeli (alcuni dei quali sottoscrissero come testimoni il documento in questione) furono presi da grande spavento e capirono che la Madonna manifestava prodigiosamente la volontà – subito esaudita - che la statua fosse lasciata nel Santuario di Belmonte. Alle suore benedettine subentrarono i frati minori di
San Francesco che ampliarono progressivamente il Santuario; nel
1620 ricostruirono interamente la chiesa, mentre a partire dal
1712 iniziarono la costruzione del percorso devozionale della
Via Crucis con le sue 13 cappelle che si inerpicano verso la sommità del poggio. La fama delle facoltà miracolose della statua della Vergine crebbe al punto che nel
1788 il capitolo Vaticano ne riconobbe la virtù soprannaturale. Costituisce oggi una significativa testimonianza della speciale devozione popolare verso la Madonna di Belmonte la galleria di quadri e di cuori votivi posta a fianco del santuario nei locali ricavati con i lavori di restauro del tetto. Dopo le traversie del periodo napoleonico, la chiesa fu completamente ristrutturata tra
1873 ed il
1876 da C. Reviglio della Veneria, nella sobria eleganza dello stile romanico-lombardo. Nel 1888 la facciata assunse l’aspetto attuale ad opera dell'architetto Carlo Ceppi, con il timpano affrescato da
Giacomo Grosso. Risale allo stesso periodo la costruzione dei piloni con i misteri del Rosario lungo la suggestiva via pedonale che collega Valperga al Sacro Monte. Nel
1960 fu posta nel punto più alto del monte un'imponente statua a San Francesco, opera in bronzo dello scultore Giovanni Vogliazzi di Vercelli, alta 4,50 metri e pesante 1000
kg. Posta sotto la tutela del sistema delle Aree protette della Regione Piemonte, il Comitato per il Patrimonio Mondiale dell’
UNESCO, nel
2003, ha iscritto Belmonte, con gli altri principali
Sacri Monti di Lombardia e Piemonte, nella lista dei
patrimoni dell'umanità.
Cenni artistici
Al notevole interesse naturalistico, storico e religioso, il sacro monte di Belmonte associa un interesse artistico che – se comparato con altri Sacri Monti del Piemonte (in primis quello di
Varallo) – non può che essere definito minore.
Da notare, scolpita assieme alla sedia in un unico blocco ligneo, la statua della
Madonna in trono, sistemata in una bella nicchia dalla cornice dorata. Si tratta dell' opera di artista ignoto, scolpita in data anteriore al
1600. Nel timpano della facciata, notevole è l’affresco del pittore Giacomo Grosso, uno dei più significativi artisti
torinesi tra la fine del
XIX e l'inizio del
XX secolo. Esso raffigura la Madonna di Belmonte con ai lati, inginocchiati, il Re Arduino, San Francesco e altri santi. Le 13 cappelle si sviluppano lungo un cammino circolare sulla sommità del monte, con un percorso ad anello che parte dal Santuario e vi fa ritorno. Esse ospitano statue ed affreschi con le scene della
Passione di Cristo. I restauri, iniziati nel 1998, hanno riportato alla luce gli affreschi originali e ripristinato le statue, opera dei ceramisti della vicina Castellamonte. Tra gli affreschi si segnala quello dedicato a Gesù inchiodato alla croce, realizzato con tocco leggero e delicato da un pittore di scuola lombarda nel 1711.