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17 Marzo 2014 - 21:37
L'aveva indotta a rapporti sessuali continui con la promessa di fornile un contratto come badante e farle ottenere il permesso di soggiorno. L'inganno sarebbe perdurato per quasi un anno, dall'agosto del 2009 al marzo del 2010. Questa è l'accusa a carico di Lucio Mileti, classe 1940, residente a Castellamonte. L'uomo si trova imputato, presso il Tribunale di Ivrea, di fronte al collegio presieduto dal giudice Carlomaria Garbellotto, per il reato di violenza sessuale. La vittima è una giovane nigeriana, nata nel 1980 e arrivata in Italia, come tante altre connazionali, nella speranza di un futuro migliore. A lungo aveva cercato una mansione. Poi, cinque anni fa, l'incontro fortuito con Mileti. Un animo gentile, ai suoi occhi. Lui le aveva proposto di lavorare ed assumerla come badante in cambio di vitto e alloggio. Questo la giovane ha raccontato in aula, martedì scorso, interrogata dal Pubblico Ministero Ruggiero Crupi. Ad un certo punto, però, le proposte avrebbero assunto un'altra natura. Mileti l'avrebbe convinta a soggiacere a rapporti sessuali frequenti rinnovando, ogni volta, la stessa promessa. Anzi, in un'occasione si sarebbe fatto addirittura consegnare tremila euro con la scusa di "sbrigare delle pratiche" che sarebbero servite ad ottenere il permesso di soggiorno. La relazione si sarebbe protratta a lungo, fino a quando la ragazza si sarebbe resa conto che le parole non erano altro che fumo. Davanti ai giudici lei stessa ha raccontato che, da un confronto con alcune connazionali del posti, aveva scoperto che l'imputato le aveva consegnato dei bollettini riferiti a delle multe anzichè i documenti che lei attendeva. Così aveva deciso di ribellarsi a quella situazione non voluta, ma accettata soltanto per poter avere un futuro, e si era rivolta alle autorità per sporgere denuncia. Con forza d'animo la ragazza di origine africana ha ricostruito gli eventi nell'aula del Tribunale eporediese. Il processo è stato rinviato al 30 settembre per la sentenza.
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