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06 Aprile 2020 - 18:39
La stagione sportiva 2019/2020 relativa ai campionati dilettantistici è ad un passo dal considerarsi conclusa. Manca ormai solo l’ufficialità che potrebbe arrivare dopo il 13 aprile, la data cerchiata di rosso sul calendario degli italiani. Dopo Pasqua si conoscerà il futuro del Paese e di conseguenza dei campionati di calcio. Se il periodo di quarantena per combattere il coronavirus come probabile verrà prolungato fino a maggio allora sarà praticamente impossibile tentare di chiudere la stagione agonistica.
Il Presidente della LND Cosimo Sibilia in questi giorni sta valutando tutte le ipotesi e ha messo nel mirino la data del 17 maggio come possibile ritorno in campo. “Quando questa emergenza terminerà potremo tornare a parlare di calcio. Ora c’è troppa approssimazione, osserviamo le regole fino al termine di questo brutto momento. L’unico giudice deve essere il campo, ma non manderemo nessuno allo sbaraglio, sia per quanto concerne la quarta serie che i campionati regionali. Maggio? C’è un’ipotesi di ripartenza per domenica 17: giocando 3 volte a settimana potremmo concludere la stagione entro il 30 giugno. Rischiamo la perdita di 18000 squadre, il 30% delle società italiane, recando un danno al tessuto sociale di ampia portata. Facilitazioni per i club? Se taglieremo le fideiussioni sarà necessario trovare altre forme di garanzie per evitare che i soliti furbetti possano entrare nel mondo del calcio”. Il Presidente della LND si è poi soffermato per quanto riguarda il capitolo rimborso giocatori: “In questo caso dovranno intervenire il governo, la politica e la Federazione. E’ plausibile auspicarsi che i giocatori senza rimborso possano godere dell’indennità per i collaboratori sportivi, essendo a rimborso spesa”.
Damiano Tommasi, Presidente dell’AIC, ha ribadito che “La situazione è seria e ancora imprevedibile. Difficile da prevedere quando finirà, ma da alcune settimane abbiamo alcune certezze, ovvero quella che bisogna stare a casa, che non si può giocare a calcio e che non ci si può allenare. Sarà importante che la ripresa delle attività sia graduale e progressiva. Sul tema della salute dei ragazzi bisogna vedere se chi è stato contagiato ha qualche “cicatrice” o addirittura danni permanenti che possano comprometterne l’idoneità fisica per l’attività agonistica. È un tema da tenere sotto controllo, vedremo anche il protocollo che verrà formulato. Dovremo controllare non solo i calciatori ma tutti quelli che lavorano intorno. Anche per quanto riguarda i mezzi di trasporto, per esempio. Su questo ci stiamo lavorando, perché la sicurezza viene al primo posto. Il mio timore è quello di non riuscire in una ripresa graduale in Italia, perché se appena appena si aprono le porte non seguiamo più le direttive della comunità scientifica si rischia di tornare al punto di partenza. La ripresa della stagione dipende dalla condizione del paese e non del referendum di favorevoli e contrari”. Non vediamo l’ora di metterci a lavoro e tornare a giocare”.
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