Il controllo antidoping che ha rivelato la positività di Francesco Acerbi alla gonadotropina corionica in realtà potrebbe aver evidenziato il riacutizzarsi della malattia per cui, l'estate scorsa il difensore del Sassuolo era stato operato per un tumore al testicolo. Durante le visite di idoneità sportiva, ad inizio stagione, a Francesco Acerbi, difensore del Sassuolo, era stato diagnosticato un tumore, una neoformazione all'apparato uro-genitale. Al controllo antidoping del 1 dicembre scorso, dopo Cagliari Sassuolo, Acerbi è stato trovato positivo alla gonadotropina corionica una sostanza che si assume nelle terapie antitumorali, terapie che però, come ha sottolineato il Sassuolo in una nota diffusa ieri sera, ''il giocatore non ha seguito e non sta seguendo''. Accertata la positività, Acerbi è stato sospeso dal Coni (vista la mancanza di esenzioni terapeutiche), ma cresce la preoccupazione per lo stato di salute del giocatore che già domani si sottoporrà ad accurati controlli presso l'ospedale San Raffaele di Milano dove era stato operato lo scorso 8 luglio. Francesco Acerbi "non è stato sottoposto e non si sta sottoponendo a nessuna terapia antitumorale" e quindi "nessuna richiesta di esenzione terapeutica era stata presentata all'atto del controllo post partita", afferma, in una nota, il Sassuolo Calcio. "Considerato il recente e delicato intervento al quale si è sottoposto il calciatore - aggiunge la società emiliana - e la presenza attuale della molecola oggetto della positività, nell'esclusivo interesse della tutela della salute del calciatore e della sua privacy, la società e lo staff medico si riservano di eseguire tutti gli accertamenti clinico-laboratoristici necessari per la definizione del quadro clinico". Se il giocatore si fosse sottoposto a terapia senza segnalare la cura alla commissione per l'esenzione ai fini terapeutici del Coni (Ceft), la mancata richiesta di esenzione terapeutica potrebbe costargli la squalifica di due anni. Se invece, i livelli di gonadotropina sono dovuti alla produzione interna, e quindi ci potrebbe essere il rischio di una ricaduta, in questo caso la positività emersa durante il controllo antidoping del 1 dicembre scorso potrebbe essere stata un campanello d'allarme su un possibile riacutizzarsi della malattia e non comporterebbe squalifiche, anzi in questo caso il controllo antidoping fungerebbe da tutela per la salute. Francesco Acerbi, classe 1988, era stato,operato a luglio. Nel corso dei controlli di idoneita' medico-sportiva di inizio stagione, al calciatore vennero riscontrati valori ematochimici indicativi di una possibile patologia dell'apparato uro-genitale. Venne così sottoposto ad un'ecografia che fece emergere la presenza di una neoformazione ad un livello tale da rendere indispensabile un intervento chirurgico, che venne eseguito dopo pochissimi giorni dall'equipe del dottor Guzzoni al San Raffaele di Milano. L'intervento venne valutato come perfettamente riuscito e a metà settembre Acerbi è potuto tornare in campo. La positività al controllo antidoping, potrebbe aver acceso una spia sul possibile ritorno della malattia.
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