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Benessere
10 Dicembre 2025 - 17:00
In questo weekend lungo le giornate si sono fatte meno cariche di impegni e nella lentezza ho avuto modo di riflettere su alcune cose. Mi sono sentita grata per tutto ciò che ho: per l’amore, la famiglia e per quanta c’è bellezza è intorno a me!
Non parlo di opere d’arte o vestiti ma della bellezza delle piccole cose, delle cose semplici, come un tramonto, un pettirosso che si avvicina alla finestra, le decorazioni di Natale nelle piazze, di questo intendo!

Quindi, oggi, vorrei condividere i benefici del ricercare la bellezza intono a noi, in senso più ampio, considerando anche le parole, i gesti e tutto ciò che appartiene alla nostra realtà. Viviamo in un sistema in cui la lamentala è all’ordine del giorno e le notizie che ci arrivano sono perlopiù catastrofiche… vorrei spronarvi nell’essere in controtendenza e “aprire gli occhi” alla bellezza. Come la protagonista del libro di Jane Austin, Emma, anche noi possiamo trasformare la nostra vita in un’esperienza di grazia e significato se solo cominciassimo a cogliere quanto di bello c’è intorno a noi, a partire dalle persone che ci circondano.
Ogni giorno possiamo decide di aprirci a questa prospettiva e , senza abbandonare il senso critico, gratificare non solo gli occhi ma anche l’anima con esperienze di splendore.
In Paesi come il Regno Unito, la Finlandia, il Canada e il Giappone, i medici prescrivono da tempo attività non farmacologiche per migliorare la salute dei pazienti: una visita al museo, una passeggiata nel verde, l’ascolto di musica, la partecipazione a un laboratorio artistico. È il principio della prescrizione sociale (Social Prescribing), basato su un’idea oggi sempre più sostenuta dalla scienza: la bellezza cura.

Proprio come la bellezza visiva, uditiva, gustativa o olfattiva, anche la bellezza morale, che si manifesta in atti di gentilezza, altruismo e senso di giustizia, attiva aree del cervello associate al piacere estetico.
Numerosi studi dimostrano che avere uno scopo etico nella vita aiuta a ridurre lo stress cronico, abbassa la produzione di radicali liberi e migliora l’equilibrio ossidativo, favorendo così la salute fisica. Uno studio condotto a Guangdong (Cina), tramite risonanza magnetica funzionale, ha mostrato che osservare gesti morali o volti attraenti attiva le stesse regioni cerebrali: la corteccia orbitofrontale. In sintesi, la bellezza del bene e quella del bello parlano la stessa lingua neuronale.
Possiamo coltivare la bellezza nella nostra quotidianità con l’attenzione consapevole, cogliendo quanto di bello c’è nascosto dietro l’angolo, come un sorriso improvviso, le fusa del gatto, il profumo della caffettiera.

Vivere nella bellezza è una scelta consapevole, disponibile a tutti, indipendentemente dalle condizioni economico-sociali in cui ci troviamo.
Il corpo ha bisogno di cibo per sopravvivere mentre il cervello ha bisogno di bellezza per fiorire e renderci felici.
Ogni giorno sperimentiamo il legame sottile ma profondo tra bellezza e benessere. Quando siamo felici, il mondo attorno a noi appare più armonioso, luminoso, “giusto”. E quando ci immergiamo nella bellezza, naturale o artistica, sentiamo qualcosa elevarsi dentro di noi.
Baudelaire scrisse: “La bellezza non è altro che la promessa della felicità.”
In un’epoca che celebra l’efficienza, non dimentichiamo il potere trasformativo della bellezza: ci nutre, ci eleva, ci ricorda chi siamo.
Tra poco cominceranno le festività natalizie e può essere un’occasione per prendersi del tempo per sperimentare questo nuovo “stile di vita”: più bello e più autentico.
Buona settimana a tutti e a presto!
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