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CHIVASSO. Condannati a 2 anni e 10 mesi di reclusione i parcheggiatori abusivi di Piazza d'Armi

CHIVASSO. Condannati a 2 anni e 10 mesi di reclusione i parcheggiatori abusivi di Piazza d'Armi

Sono stati condannati a due anni e dieci mesi di reclusione, per estorsione, i parcheggiatori abusivi di Piazza d'Armi. Questa la sentenza pronunciata dal Collegio presieduto dal giudice Carlomaria Garbellotto del Tribunale di Ivrea, martedì mattina, nei confronti di Francesco Cirino, classe 1981, residente a Chivasso, e Fabio Fiorello Lazzaris, classe 1981, residente a Monteu Da Po (entrambi difesi di fiducia dall'avvocato Sheila Foti del Foro di Torino). Un terzo complice, Stefano Menegotto, classe 1972 e anche lui di Chivasso (difeso d'ufficio dall'avvocato Giovanni Coniglio del Foro di Ivrea) era già stato condannato a due anni di reclusione con rito abbreviato.

Secondo l'accusa, sostenuta dal Pubblico Ministero Ruggiero Crupi, i tre esercitavano abitualmente l'attività di parcheggiatori abusivi, chiedendo in modo pressante ed intimidatorio denaro, non dovuto, a chi sostava con il proprio mezzo nella città del nocciolino. Nelle loro grinfie erano finiti diversi automobilisti tra cui Barbara Tordarello che aveva denunciato un'aggressione subita lo scorso 24 gennaio. Di fronte al rifiuto della donna di consegnare il denaro, i tre le avevano rivolto diverse minacce.

"Venite venite che ci sono quattro ruote da fare e una macchina da spaccare" aveva urlato a gran voce Cirino mentre gli altri due si erano avvicinati alla malcapitata con fare arrogante. "Vieni qua che ti faccio il culo", avevano aggiunto loro. Lei, nonostante l'atteggiamento brutale, aveva continuato ad opporsi ed era scappata nascondendosi, intimorita, presso la sua abitazione, vicina al parcheggio, da dove aveva telefonato sia al marito che ai Carabinieri.

I parcheggiatori, colti in flagranza, si sono quindi ritrovati presto sul banco degli imputati, con l'aggravante di aver tentato l'estorsione in concorso. Il Collegio, ascoltate le testimonianze della Tordarello e degli appuntati Murru e Rivoira, ha accolto le richieste di condanna formulate dall'accusa.

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