E’ il quesito che mi pongo sia come “Doria consigliere comunale”, attento ai dati ed ai provvedimenti dei vari livelli istituzionali, che come “Matteo cittadino”, che si guarda intorno e vede che in molti altri comuni sono già aperti da un po’.
E’ una presa di posizione dell’amministrazione Castello che si fatica a comprendere: i casi positivi di corona virus sono in crollo verticale anche a Chivasso, per fortuna (sono dati che sono visibili a tutti, basta andare sul sito istituzionale della Regione Piemonte e cliccare sulla mappa dei contagi, suddivisa comune per comune), la ripartenza è ormai in atto, con tutte le accortezze del caso, in ogni settore, i bambini presto potranno andare ai centri estivi, in modo che, tra le altre cose, i genitori possano andare al lavoro senza la preoccupazione di come dover gestire i piccoli.
Eppure i parchi giochi continuano ad essere chiusi per ordinanza dell’attuale sindaco di Chivasso, con tanto di sanzione prevista per il nonno che volesse far fare un giro sull’altalena al nipotino o alla mamma che dopo mesi di lock-down volesse far svagare un po’ il proprio figlio sulle giostrine del parco.
Già, i bambini, quella categoria di popolazione che è stata messa un po’ in disparte in tutta questa emergenza: in parte può essere comprensibile, perché le priorità immediate sono state la reazione all’emergenza sanitaria complessiva, poi la tenuta del sistema paese ed ora a far tornare al lavoro i genitori in modo da poter garantire la sopravvivenza a se stessi ed ai propri figli (il pieno compimento di queste azioni sono ancora lontane, speriamo si colmino tutte le enormi lacune delle istituzioni, ma la cronologia può essere semplificata grossomodo così), ma ora perché perseverare con questo “abbandono della categoria bambini”?
Rimangono alcune azioni individuali di alcuni sindaci che lasciano perplessi: i giochi bimbi di Chivasso, ancora chiusi al mese di giugno, è una di quelle.
Pongo dunque il quesito al sindaco, con l’auspicio che la risposta sia “ grazie per lo spunto di riflessione, tolgo subito il divieto…”
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