In questi giorni sta crescendo l’opposizione agli ipermercati Bennet previsti nell’area ex Lancia di via Caluso, non lontani dal supermercato “Il Gigante”. Ora s’immaginano i possibili danni al commercio locale, specie per la vicinanza degli stessi con il centro cittadino. Ciò che stupisce è che ci si svegli ora, quasi che quella realizzazione sia calata dal cielo. Il progetto è nato sotto l’amministrazione Matola-Fluttero nonostante il fatto che il programma elettorale prevedesse “ribadiamo il nostro fermo rifiuto a qualsiasi insediamenti di Ipermercato di dimensioni superiori a quelle previste dal Piano Regolatore vigente”, e nonostante il sovraccarico strutturale di supermercati in Chivasso (come richiamato dagli atti progettuali). Si volle fortemente quella realizzazione, superando anche i vincoli della Regione Piemonte che imponevano una distanza dal centro cittadino almeno doppia di quella esistente. Per vincere le opposizioni fecero balenare l’idea che il commercio locale non avrebbe subito scompensi se non si fosse realizzata la galleria. Un’idea che suscitò perplessità perché in tutti gli ipermercati si vende di tutto a prescindere dall’esistenza o meno della galleria (non solo spaghetti e marmellate, ma anche scarpe, magliette, televisori, ecc... ecc...). Inoltre, se si va a riguardare il progetto per convertire l’area da industriale a commerciale, nei relativi atti si dava ampia possibilità alla proprietà di progettare gli insediamenti senza limitazione alcuna e in modo da consentire “Un’offerta commerciale articolata e completa tale da soddisfare le esigenze di consumo a ricorrente frequenza d’acquisto dei residenti...”. In altri termini in quegli atti, ben noti anche all’associazione Ascom, non si escludeva la galleria. Noi continuiamo a pensare che non sia la galleria l’elemento dirimente, ma le dimensioni eccessive del complesso, che porrà a serio rischio gli esercizi esistenti che subiranno una posizione dominate, con inevitabili conseguenze negative per i consumatori. La nuova amministrazione pare ora intenzionata a un ricorso legale, ma col concreto rischio di perdere la causa e pagare le spese processuali. Semmai i nostri amministratori dovrebbero valorizzare meglio i previsti 4,5 milioni di euro dovuti alle casse comunali, ma che non arriveranno per via del fatto che l’esecuzione delle opere di urbanizzazione è stata demandata alla proprietà, con la formula “a scomputo”. Una procedura questa dubbia, che agevola esclusivamente la proprietà degli ipermercati. Nella compensazione saranno entrati i costi per realizzare una pista ciclabile fino alla Frazione Boschetto e aree verdi periferiche? Il dubbio nasce dal fatto che quelle opere non sarebbero di grande utilità se si guarda all’inutilizzo della pista ciclabile Betlemme-Boschetto e di altre aree verdi periferiche. In compenso iniziamo a pensare che si siano “dimenticati” di impegni a suo tempo assunti per limitare i danni al commercio da quegli insediamenti, cioè quegli interventi per rendere attrattiva la città e il centro storico ai clienti di Bennet. I deliberati prevedevano che il sindaco era impegnato a “creare sinergie fra le diverse tipologie di strutture distributive” ed “evitare posizioni dominanti”. Si doveva cioè proteggere il Centro Naturale Commerciale “La Torre Ottagonale”, nato per valorizzare e promuovere le imprese commerciali esistenti, e farle convivere e crescere in un contesto armonico. Avremo, invece, una ciclabile e aree verdi periferiche di dubbia utilità, ma, per contro, la città avrà negozi chiusi, un degrado nel centro storico, un impoverimento qualitativo della vita, e soprattutto molti degli attuali 1.200 addetti del settore saranno senza lavoro. Un quadro desolante che dovrebbe fare riflettere Ciuffreda & Company...
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