Una banda di professionisti, almeno tre viste le dimensioni di quel che hanno rubato. Che ha agito su commissione, con ogni probabilità di alto livello. E' l'ipotesi degli investigatori che devono far luce sul furto del 'Madonna con i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo' dipinto dal Guercino nel 1639 e sparito dalla chiesa di San Vincenzo, pienissimo centro storico di Modena. Un'opera di grandi dimensioni, pregiata al punto da essere appena stata esposta in mostra alla Venaria Reale a Torino. Il suo valore viene definito inestimabile. Si è parlato di 6 milioni di euro. Ma non era assicurato. "Ci abbiamo pensato a suo tempo, ma assicurare i tesori che ci sono in San Vincenzo è pressoché impossibile. Ci sono tanti capolavori", ha spiegato Don Gianni Gherardi, rettore della chiesa. "Ci ponemmo a suo tempo il problema ma non è praticabile. Una forma di assicurazione sui furti nelle chiese è una cosa impossibile". Per cercare di rintracciare i ladri saranno analizzati tabulati telefonici e immagini delle telecamere di sicurezza e degli accessi al centro. Non ce ne sono di puntate sulla chiesa, ma gli inquirenti scandaglieranno le immagini registrate dalle tante puntate sui luoghi 'sensibili' della zona di Corso Canalgrande: tanto per fare un esempio il tribunale (che un tempo era il convento connesso alla chiesa) sta solo a 30 metri. Si cerca un furgone di grosse dimensioni. Perché il capolavoro stesso è ingombrante: 293 cm per 184,5 e, completo del telaio in legno di sostegno (che non è stato ritrovato), arriva a 332 per 230. La tela quindi, anche vista la tecnica ad olio con cui è realizzata (che mal sopporterebbe di venire arrotolata), deve essere stata caricata su un furgone capace di contenerla. E di notte. "Qualcuno domenica la termine della messa delle 11 si è fatto chiudere in chiesa - ha ipotizzato Don Gherardi - e poi o domenica notte o lunedì notte ha rubato. Di giorno è impossibile: corso Canalgrande è una delle principali del centro di Modena". Durante la messa il prete non notato nulla di strano. Alla fine il sagrestano, che deve controllare che nessuno resti dentro, ha chiuso la porta. I ladri però, aggiunge, hanno agito "senza che se ne accorgessero i militari che fanno guardia al tribunale". E la centralità del luogo, nel cuore della città emiliana, in effetti sta sollevando polemiche in città. Non a caso il prefetto Michele di Bari ha sollecitato un rafforzamento dei controlli. Ma qualche tensione istituzionale si è sentita. La Fondazione Cassa di risparmio di Modena, dopo che ieri era stato detto che l'allarme era stato spento perché troppo oneroso da gestire quando erano finiti i suoi finanziamenti, ha puntualizzato di non aver mai ricevuto nuove richieste di sostegno. La Soprintendenza ha spiegato che proprietaria del quadro è la parrocchia di San Biagio, cui spetta anche l'onere della sua custodia. Le indagini sono affidate a polizia e nucleo tutela patrimonio culturale dei carabinieri. L'ipotesi di reato del fascicolo contro ignoti (affidato al pm Claudia Ferretti) è ovviamente furto. Saranno valutate aggravanti come quella del fatto che hanno agito più persone, e che è stata sottratta una cosa esposta alla pubblica fede. L'impressione è che trafficanti di opere abbiano agito su commissione di qualcuno la cui attenzione magari si è accesa dopo aver visto il quadro alla Venaria. Il timore è che il dipinto sia già arrivato a destinazione. Anche Don Gherardi ne è convinto: "è una opera 'da chiesa', non 'da ornamento', quindi c'è un maniaco che vuol tenere un quadro del genere dentro un caveau...". Non crede invece all'ipotesi che l'opera venga smembrata per venderne le figure ("perderebbe valore"). Nè sono arrivate richiesta di riscatti: "E' un'ipotesi che qualcuno fa, ma a noi non è arrivato nulla".
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