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Giorno del Ricordo, polemica sul concorso per studenti: “Storia distorta e riscritta dalla destra”

Rifondazione Comunista attacca l’iniziativa del Ministero dell’Istruzione sul tema di Pola e delle foibe: “Gestita da associazioni di estrema destra, le scuole la disertino”

Alberto Deambrogio, segretario regionale per il Piemonte e la Valle d’Aosta di Rifondazione Comunista

Alberto Deambrogio, segretario regionale per il Piemonte e la Valle d’Aosta di Rifondazione Comunista

Una presa di posizione netta, durissima, che chiama in causa direttamente il Ministero dell’Istruzione e il modo in cui viene proposta – e finanziata – la memoria storica nelle scuole italiane. Alberto Deambrogio, segretario regionale per il Piemonte e la Valle d’Aosta di Rifondazione Comunista, denuncia quella che definisce senza mezzi termini una strategica riscrittura della storia da parte della destra, portata avanti su più fronti e con un disegno preciso.

Il punto di partenza è un episodio recente: la presentazione, avvenuta a Casale Monferrato, di un libro dedicato a Sergio Ramelli, figura simbolo della destra neofascista, raccontata – secondo Deambrogio – in modo totalmente decontestualizzato, senza alcun riferimento al clima politico, sociale e violento degli anni Settanta in cui quella vicenda maturò. Un’operazione culturale che, a suo giudizio, non è isolata ma si inserisce in un percorso più ampio.

Ora, però, il livello si alza. Perché al centro della polemica finisce direttamente un’iniziativa promossa a livello ministeriale: un concorso per studenti, finanziato con risorse pubbliche, legato al Giorno del Ricordo. Un concorso che, sottolinea Deambrogio, viene gestito da associazioni degli esuli legate all’estrema destra, tra cui figurano anche ex attivisti di Forza Nuova. Altro che neutralità scientifica.

L’obiettivo dichiarato del progetto sarebbe quello di promuovere l’educazione europea e la cittadinanza attiva nel nuovo contesto di pace e rispetto dell’Europa Adriatica. Quest’anno il focus è sulla storia della città di Pola. Ma è proprio il quadro storico fornito agli studenti per sviluppare i loro elaborati a risultare, per Rifondazione Comunista, inaccettabile.

Eric Gobetti

Secondo Deambrogio, infatti, siamo di fronte a una ricostruzione parziale e distorta, costruita per trasmettere un messaggio chiaro: quello di italiani dipinti sempre e solo come vittime, vittime “sin dalla notte dei tempi”, cancellando qualsiasi complessità, qualsiasi responsabilità storica, qualsiasi contesto. Un’operazione che – dice – qualsiasi storico obiettivo dovrebbe rigettare senza esitazioni.

A rafforzare la critica viene chiamato in causa anche lo storico Eric Gobetti, che da anni si occupa di questi temi. Come ricorda Gobetti, nel materiale proposto agli studenti non c’è traccia di elementi fondamentali per comprendere davvero quella parte di storia europea: le identità miste delle regioni dell’Adriatico orientale, il fascismo di frontiera, l’invasione italiana della Jugoslavia, i crimini fascisti e nazisti. Tutto ciò sparisce, lasciando spazio a un racconto semplificato, unilaterale, ideologicamente orientato.

“Nello stigmatizzare duramente una iniziativa come questa, messa in piedi con il danaro di tutte e tutti noi”, conclude Deambrogio, “auspico che venga disertata dalle scuole e che insegnanti e studenti possano organizzare in alternativa momenti di approfondimento serio su che cosa è stata davvero la storia in quella parte d’Europa, in tutte le epoche affrontate dal tragico e velenoso concorso di Valditara”.

Un attacco frontale, dunque, non solo al contenuto del concorso, ma alla sua stessa legittimità culturale e istituzionale. Perché, nella battaglia sulla memoria, il rischio – secondo Rifondazione Comunista – è che la scuola diventi terreno di propaganda, più che luogo di conoscenza. Insomma, non un semplice dibattito storiografico, ma uno scontro politico che passa, ancora una volta, dalle aule scolastiche.

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