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14 Dicembre 2025 - 21:28
Attentato ai mercatini di Natale sventato in Baviera: arrestati cinque uomini, volevano colpire con un’auto
La giostra che suona, le luci che si riflettono sul legno scuro delle bancarelle, l’odore di cannella nell’aria fredda. È in questo contesto ordinario, quello di un mercatino di Natale nel circondario di Dingolfing-Landau, in Bassa Baviera, che secondo gli inquirenti si sarebbe sviluppata l’idea di trasformare un’auto in un’arma. L’intervento delle forze di sicurezza è arrivato prima che il piano si concretizzasse. In meno di ventiquattro ore dalla convergenza di più segnali di allarme, tra venerdì 12 e sabato 13 dicembre 2025, sono scattati cinque arresti. Gli investigatori parlano di un progetto “non ancora imminente”, ma giudicato abbastanza serio da richiedere misure immediate. Lo schema ipotizzato, quello del lanciarsi con un veicolo contro una folla, richiama precedenti tragici della storia recente tedesca. La differenza, in questo caso, è che l’azione è stata fermata prima.

Secondo la ricostruzione della Generalstaatsanwaltschaft München e della Bayerische Zentralstelle zur Bekämpfung von Extremismus und Terrorismus (ZET), la figura centrale dell’indagine sarebbe un cittadino egiziano di 56 anni, indicato come predicatore attivo in una moschea della zona. Tre cittadini marocchini, di 22, 28 e 30 anni, avrebbero manifestato disponibilità a eseguire materialmente l’attacco, mentre un cittadino siriano di 37 anniavrebbe avuto un ruolo di incoraggiamento. Il movente preso in considerazione dagli inquirenti è quello di un estremismo di matrice islamista, anche se allo stato attuale le qualificazioni restano prudenziali.
Gli arresti sono stati coordinati dal Polizeipräsidium Niederbayern, con il supporto del Bayerisches Landeskriminalamt e del Landesamt für Verfassungsschutz, l’ufficio per la tutela della Costituzione del Land bavarese. La minaccia viene descritta come “concreta”, ma collocata in una fase iniziale: al momento del blitz non risultavano né una data fissata né un luogo individuato con precisione. Quattro indagati sono stati posti in custodia cautelare, mentre per il quinto è stata disposta la custodia preventiva. Le informazioni diffuse nelle prime ore e riprese da diverse testate europee indicano come possibile obiettivo un mercatino natalizio nell’area di Dingolfing-Landau, con la tecnica del vehicle-ramming, cioè l’uso deliberato di un veicolo per colpire quante più persone possibile.
Un elemento centrale dell’impianto accusatorio riguarda un presunto appello pubblico attribuito al cinquantaseienne egiziano. Secondo quanto riferito nel comunicato ufficiale, l’uomo avrebbe incitato a colpire un mercatino natalizio durante le festività del 2025, suggerendo esplicitamente l’uso di un veicolo. In Baviera, spiegano i magistrati, un invito di questo tipo può configurare il reato di istigazione al delitto anche se il piano operativo non è ancora definito nei dettagli. Gli inquirenti hanno inoltre precisato che nell’indagine non emerge alcun coinvolgimento di servizi di intelligence stranieri, una puntualizzazione rilevante in un contesto in cui la cooperazione internazionale è spesso la norma.
Le operazioni si sono svolte rapidamente. Venerdì 12 dicembre 2025 sono scattati i fermi, al termine di indagini definite “intensive” e condotte anche con il supporto di reparti speciali. Sabato 13 dicembre 2025 i cinque uomini sono comparsi davanti al giudice, che ha disposto le misure restrittive. Alcune fonti di stampa tedesche hanno riferito di interventi anche nell’area del valico di Suben, al confine con l’Austria, ma questo dettaglio non è stato confermato ufficialmente e viene trattato con cautela dalle autorità.
Dal punto di vista istituzionale, il messaggio è stato improntato alla moderazione. Il ministro dell’Interno bavarese Joachim Herrmann ha parlato di cooperazione “rapida ed efficace” tra Verfassungsschutz, polizia e ZET, sottolineando che la minaccia è stata interrotta in una fase precoce. Secondo Herrmann, non vi è la necessità di inasprire ulteriormente le misure di sicurezza già in vigore nei mercatini natalizi, che continuano a svolgersi regolarmente nell’area, seppure con una vigilanza rafforzata.
Restano tuttavia diversi punti ancora da chiarire. Non è stata resa nota la localizzazione precisa del mercatino che sarebbe stato preso di mira, né se il veicolo da utilizzare fosse già stato reperito o solo ipotizzato. Sono in corso verifiche su eventuali contatti esterni degli indagati con reti organizzate più ampie e sulla cronologia dei rapporti tra i cinque uomini e il luogo di culto citato nell’indagine. Le autorità, al momento, escludono collegamenti con la sigla dello Stato islamico, parlando piuttosto di un estremismo maturato in ambito locale. Anche su questo aspetto, sottolineano, saranno gli atti giudiziari a fornire una definizione definitiva.
Il contesto in cui matura questa vicenda è quello di una tradizione profondamente radicata nella società tedesca. I mercatini di Natale sono migliaia, tra 2.500 e oltre 3.000 eventi distribuiti in città e borghi, con decine di milioni di visitatori ogni anno e un impatto economico rilevante. Negli ultimi anni, i piani di sicurezza sono diventati sempre più articolati, con barriere antintrusione, varchi controllati, corsie di emergenza e formazione specifica per operatori e volontari. Nonostante questo, la tecnica del vehicle-ramming resta una delle più temute per la sua semplicità operativa e l’elevato potenziale di danno.
I precedenti pesano inevitabilmente sulle valutazioni. Il 19 dicembre 2016, a Berlino, Anis Amri uccise dodici persone lanciando un camion contro il mercatino di Breitscheidplatz, in un attentato rivendicato dallo Stato islamico. Più recente è il caso di Magdeburgo, dove il 20 dicembre 2024 un SUV travolse la folla del mercatino natalizio, causando sei vittime e oltre 300 feriti. In quel caso, l’imputato Taleb Al-Abdulmohsen, psichiatra originario dell’Arabia Saudita, è accusato di aver agito per motivazioni personali e ideologiche riconducibili all’estrema destra. Il processo, iniziato l’11 novembre 2025, ha riaperto il dibattito sulla sicurezza degli eventi pubblici.
È anche alla luce di questi precedenti che le autorità giustificano un intervento anticipato, anche quando un piano non è ancora definito nei dettagli. La struttura che ha coordinato l’operazione, la ZET, rappresenta il perno del modello bavarese di prevenzione, lavorando insieme al Landesamt für Verfassungsschutz e alla magistratura. In questo caso, sottolineano gli inquirenti, l’allerta è nata all’interno del sistema di monitoraggio nazionale, senza input esterni. Il passaggio dall’osservazione all’azione è avvenuto quando l’incitamento esplicito alla violenza è stato ritenuto sufficiente a superare la soglia del rischio accettabile.
Sul piano giuridico, il ricorso alla custodia cautelare e preventiva riporta al centro il tema dell’equilibrio tra sicurezza e diritti fondamentali. La giurisprudenza tedesca in materia di terrorismo ammette interventi anticipatori in presenza di un pericolo concreto, anche se non completamente circostanziato, nel rispetto del principio di proporzionalità. È una linea che ha retto nel tempo anche al vaglio della Corte costituzionale federale.
La presenza di un predicatore tra gli indagati pone infine una questione delicata nei rapporti con le comunità religiose. Le autorità ricordano che la grande maggioranza delle moschee in Germania collabora con le istituzioni e promuove attivamente la prevenzione dell’estremismo. Distinguere tra luoghi di culto e singoli soggetti radicalizzati resta un passaggio essenziale per evitare generalizzazioni e stigmatizzazioni, anche alla luce del fatto che la minaccia può assumere forme e matrici diverse, come dimostrano i casi di Berlino e Magdeburgo.
Per ora, i mercatini nell’area di Dingolfing-Landau restano aperti. Il dispositivo di sicurezza prevede barriere ai varchi, pattuglie mobili e un controllo costante dei flussi. È una normalità sorvegliata che le città tedesche cercano di preservare dopo ogni minaccia sventata. Nei prossimi giorni la Procura di Monaco formalizzerà gli atti dell’indagine, con perquisizioni, analisi dei dispositivi elettronici e verifiche sui contatti degli indagati. Sarà allora che si chiarirà se il gruppo abbia oltrepassato la linea tra intenzione e preparazione concreta.
Questo caso, anche oltre la Baviera, mostra come l’estremismo violento possa svilupparsi a livello locale senza una regia internazionale, ma con conseguenze potenzialmente gravi. Evidenzia l’importanza del coordinamento tra intelligence interna, forze di polizia e magistratura e riapre il confronto pubblico su come proteggere spazi simbolo della vita civile europea senza trasformarli in luoghi blindati. La vulnerabilità dei mercatini resta una costante, indipendentemente dalle motivazioni di chi li prende di mira. La risposta delle istituzioni, almeno in questo caso, è stata quella di intervenire prima.
Fonti: Generalstaatsanwaltschaft München, Bayerische Zentralstelle zur Bekämpfung von Extremismus und Terrorismus (ZET), Polizeipräsidium Niederbayern, Bayerisches Landeskriminalamt, Landesamt für Verfassungsschutz, dichiarazioni ufficiali del ministro Joachim Herrmann, ricostruzioni della stampa tedesca ed europea.
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