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Konecta, 700 lavoratori a rischio: la vertenza arriva in Consiglio comunale

Massimiliano De Stefano presenta una mozione contro la chiusura della sede di Ivrea: “Difendere i lavoratori significa difendere la città”

Konecta, 700 lavoratori a rischio: la vertenza arriva in Consiglio comunale

Massimiliano De Stefano

Settecento posti di lavoro, un’intera sede aziendale e una città che rischia di perdere un altro pezzo della propria tenuta economica e sociale. È attorno a questi numeri e a queste prospettive che Massimiliano De Stefano, capogruppo di Azione – Italia Viva in Consiglio comunale a Ivrea, ha deciso di portare formalmente la vicenda Konecta all’attenzione dell’aula consiliare.

Il consigliere ha presentato una mozione indirizzata al Presidente del Consiglio comunale, che dovrebbe essere discussa nella seduta del 22 dicembre, per chiedere all’Amministrazione comunale di assumere una posizione chiara e non rinviabile contro la chiusura della sede Konecta di Ivrea, prevista entro giugno 2026. Una prospettiva che, se confermata, comporterebbe il trasferimento di tutto il personale a Torino.

De Stefano sottolinea che non si tratta di una scelta neutra né sostenibile. Molti dipendenti hanno contratti part-time e percepiscono salari che si aggirano intorno ai 750 euro mensili, cifre che rendono di fatto incompatibile l’ipotesi di un pendolarismo forzato quotidiano, sia sotto il profilo economico sia sotto quello della qualità della vita. «Non possiamo accettare la chiusura», afferma il consigliere, sottolineando come la decisione aziendale rischi di tradursi in una penalizzazione diretta per chi lavora.

Nel documento depositato in Comune, De Stefano mette nero su bianco che la questione va ben oltre i confini di una singola vertenza aziendale. La chiusura della sede Konecta di Ivrea, ospitata presso Palazzo Uffici, avrebbe infatti ricadute profonde sul territorio, rendendolo ancora più povero dal punto di vista economico, occupazionale e sociale e privandolo di reddito, stabilità e opportunità di lavoro.

Per questo la mozione impegna il sindaco e la Giunta su più livelli. Da un lato, viene chiesto di esprimere una solidarietà concreta nei confronti di tutti i lavoratori coinvolti; dall’altro, di attivare ogni iniziativa utile per evitare la chiusura della sede eporediese. Tra gli impegni richiesti c’è anche la convocazione di un incontro diretto con i lavoratori, con l’obiettivo di costruire insieme proposte e percorsi condivisi che possano portare al mantenimento dell’attuale sede di Ivrea.

Il testo non si ferma però al perimetro comunale. De Stefano chiede esplicitamente che la mozione e le iniziative che ne deriveranno vengano trasmesse alla Regione Piemonte, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, affinché la vertenza Konecta venga affrontata anche ai livelli istituzionali competenti e non resti confinata a una dimensione locale.

Il messaggio politico è riassunto in una frase che il consigliere ribadisce con forza: «Difendere i lavoratori Konecta significa difendere Ivrea». Un richiamo diretto al ruolo del Consiglio comunale, che – secondo Massimiliano De Stefano – ha il dovere di schierarsi dalla parte di chi lavora e di chi, con il proprio reddito, contribuisce ogni giorno a tenere in vita il tessuto economico e sociale della città.

Ora la parola passa all’aula. La discussione del 22 dicembre dirà se Ivrea intende limitarsi a prendere atto di una decisione aziendale già annunciata o se, almeno sul piano politico e istituzionale, proverà a giocare un ruolo attivo nella difesa di 700 posti di lavoro e del futuro del territorio. Insomma.

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