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«Niente disabili in area Vip», la protesta dopo il concerto di Marracash riaccende il tema dell’accessibilità nei grandi eventi

Un giovane torinese in sedia a rotelle ostacolato all’ingresso della Sky Box all’Unipol Forum di Milano. La denuncia della Consulta per le persone in difficoltà

«Niente disabili in area Vip», la protesta dopo il concerto di Marracash riaccende il tema dell’accessibilità nei grandi eventi

«Niente disabili in area Vip», la protesta dopo il concerto di Marracash riaccende il tema dell’accessibilità nei grandi eventi

Doveva essere una serata di musica e condivisione, si è trasformata invece in una lunga e faticosa battaglia per far valere un diritto elementare. È quanto accaduto mercoledì sera all’Unipol Forum di Milano, dove Edoardo Bonelli, giovane torinese in sedia a rotelle, ha incontrato ripetuti ostacoli nel tentativo di accedere all’area Sky Box per assistere al concerto di Marracash, nonostante fosse in possesso di un biglietto regolarmente acquistato.

A ricostruire l’episodio, documentato anche con un video, è la Consulta per le persone in difficoltà (Cpd). All’ingresso della struttura, a Bonelli è stato inizialmente impedito l’accesso all’area Vip con una motivazione netta: le persone in sedia a rotelle, gli è stato riferito dal personale addetto alla sicurezza, non possono entrare in quella zona. Una limitazione che, sottolinea la Consulta, non risulta indicata né sul sito ufficiale dell’Unipol Forum né durante la procedura di acquisto dei biglietti.

Un dettaglio che rende la vicenda ancora più paradossale è che la Sky Box è effettivamente accessibile, raggiungibile tramite ascensore e priva di barriere architettoniche. Nonostante ciò, per Bonelli sono seguiti ulteriori dinieghi e tentativi di dissuasione. Di fronte alla sua insistenza nel voler esercitare un diritto da spettatore pagante, gli sarebbe stato persino detto che, per farlo allontanare, sarebbero stati chiamati polizia e vigili del fuoco.

Solo grazie alla sua determinazione, e dopo aver superato una serie di ostacoli posti non dalla struttura ma dalle persone incaricate dell’accoglienza, Bonelli è riuscito infine a raggiungere la Sky Box e ad assistere al concerto insieme ai suoi amici. Un risultato ottenuto, però, al prezzo di una tensione che riporta al centro una questione tutt’altro che risolta.

«Voglio scegliere dove stare, come vedere il concerto, come vivere l’evento. Esattamente come fanno tutti gli altri», ha dichiarato Edoardo Bonelli. «La gestione di una sedia a rotelle non è un problema della persona disabile: è un dovere di chi organizza, di chi accoglie, di chi vende i biglietti. Siamo nel 2025. Non dovrebbe più succedere».

Sulla stessa linea il commento di Giovanni Ferrero, direttore della Cpd, che punta il dito non tanto contro l’edificio quanto contro un deficit culturale ancora diffuso. «L’Unipol Forum è una struttura moderna e accessibile, pensata per accogliere tutti; ma se sono ancora le persone e i loro comportamenti a rappresentare le prime barriere fisiche contro cui devono scontrarsi le persone con disabilità, non usciremo mai dall’oscurantismo culturale che le relega nelle classiche riserve indiane pensate per escluderle dal resto della società».

La vicenda apre nuovamente il dibattito sull’accessibilità reale dei grandi eventi e sull’effettiva applicazione dei principi di inclusione. Non basta progettare spazi senza barriere se poi, nei fatti, sono le prassi operative e le decisioni discrezionali a impedire alle persone con disabilità di vivere un’esperienza piena e paritaria. Un episodio che, al di là del singolo concerto, chiama in causa organizzatori, gestori e operatori dell’accoglienza, e che pone una domanda semplice quanto inevasa: chi decide, oggi, dove può stare uno spettatore con disabilità?

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Il concerto

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