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12 Dicembre 2025 - 10:35
Bonus Mobili 2025-2026: istruzioni per l’uso. Ecco che cosa c'è da sapere
Il Bonus Mobili continua a essere una delle agevolazioni fiscali più utilizzate, ma anche una delle più fraintese. Se ne parla spesso come di uno “sconto”, di un aiuto immediato o addirittura di un rimborso, ma la realtà è diversa. Capire bene come funziona è fondamentale per evitare errori e false aspettative, soprattutto ora che il bonus è stato confermato anche per il 2025 e il 2026, seppur con regole precise e limiti ben definiti.
Partiamo dall’essenziale: il Bonus Mobili non esiste da solo. È un’agevolazione collegata alla ristrutturazione edilizia. In altre parole, chi non ristruttura casa non può accedervi. Il bonus nasce per accompagnare chi affronta lavori edilizi e, una volta iniziato il cantiere, deve anche acquistare mobili ed elettrodomestici per arredare l’immobile.
Dal punto di vista fiscale, il Bonus Mobili consiste in una detrazione Irpef del 50% sulle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici nuovi. Non si tratta di un contributo diretto né di uno sconto applicato in fattura: il recupero avviene nel tempo, attraverso la dichiarazione dei redditi, con una suddivisione in dieci rate annuali di pari importo.
Per il 2025 e il 2026, la normativa conferma un tetto massimo di spesa pari a 5.000 euro per ciascuna unità immobiliare ristrutturata. Questo significa che il beneficio massimo ottenibile è di 2.500 euro complessivi, spalmati in dieci anni. Un aiuto concreto, ma che va valutato tenendo conto dei tempi lunghi del recupero fiscale.
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Un passaggio chiave riguarda le tempistiche. La legge stabilisce che i lavori di ristrutturazione debbano essere iniziati prima dell’acquisto dei mobili. Non è necessario che siano conclusi, ma devono essere formalmente avviati. Per fare un esempio pratico: chi compra mobili nel 2025 deve aver iniziato i lavori almeno nel 2024; per gli acquisti effettuati nel 2026, l’avvio dei lavori deve risalire almeno al 2025. È la data di inizio lavori, e non quella del pagamento, a fare la differenza.
Sul fronte degli acquisti, il Bonus Mobili copre una gamma piuttosto ampia di beni. Sono ammessi mobili nuovi come letti, armadi, tavoli, sedie, divani, librerie, cassettiere, comodini, scrivanie e materassi. Rientrano nell’agevolazione anche i corpi illuminanti, considerati parte integrante dell’arredo dell’abitazione.
Per quanto riguarda i grandi elettrodomestici, la legge impone un requisito preciso: devono rispettare determinate classi energetiche minime, diverse a seconda del tipo di apparecchio. È un aspetto spesso sottovalutato, ma fondamentale in caso di controlli. Acquistare un elettrodomestico non conforme significa perdere il diritto alla detrazione per quella spesa.
Restano invece esclusi pavimenti, porte, tende, arredi da giardino, complementi decorativi e, in generale, tutto ciò che non rientra nella definizione fiscale di “mobile”. Sono esclusi anche i beni usati: il bonus vale solo per prodotti nuovi.

Altro punto cruciale è quello dei pagamenti. Tutte le spese devono essere effettuate con strumenti tracciabili: bonifico bancario o postale, carta di credito o bancomat. Il pagamento in contanti fa decadere automaticamente il beneficio. Lo stesso principio vale per le spese di trasporto e montaggio, che possono essere detratte solo se documentate e pagate con modalità tracciabili.
Dal punto di vista pratico, il Bonus Mobili non prevede domande da presentare né procedure online particolarmente complesse. Tuttavia, è indispensabile conservare con attenzione tutta la documentazione: fatture, ricevute di pagamento, attestazioni di inizio lavori e ogni altro documento utile a dimostrare il diritto all’agevolazione. Tutto confluirà poi nella dichiarazione dei redditi.
Negli anni, il Bonus Mobili è stato progressivamente ridimensionato, soprattutto sul fronte dei tetti di spesa, che in passato erano decisamente più alti. Nonostante questo, resta uno strumento importante per chi ristruttura casa, perché consente almeno di alleggerire il carico fiscale in una fase in cui le spese sono spesso molto elevate.
Insomma, il Bonus Mobili non è una scorciatoia né un regalo, ma un’agevolazione che funziona solo se si rispettano regole, tempi e modalità di pagamento. Un aiuto utile, sì, ma che richiede attenzione e precisione. Perché, come spesso accade con i bonus, il vantaggio si gioca tutto sui dettagli.
A Torino, chi si orienta sul Bonus Mobili guarda anche a realtà come Mobilandia, in corso Grosseto 22 a Torino, che propone arredi compatibili con l’agevolazione e supporto nella fase di acquisto.
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