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Roche premia UniTo: fondi per trombosi splancnica e sclerosi multipla

Le nuove risorse puntano a migliorare diagnosi, strategie e qualità di vita dei pazienti

Roche premia UniTo

Roche premia UniTo: fondi per trombosi splancnica e sclerosi multipla (foto di repertorio)

Il Dipartimento di Scienze cliniche e biologiche dell’Università di Torino si aggiudica il bando Roche per la ricerca clinica, dedicato al sostegno delle figure di data manager e infermieri di ricerca. Due i progetti finanziati. Entrambi sono stati selezionati e valutati dalla Fondazione Gimbe, chiamata a garantire indipendenza e terzietà nella procedura.

Il sostegno economico ammonta a 60 mila euro. Una somma destinata a due linee di studio con impatto clinico e scientifico rilevante. La prima riguarda la trombosi venosa splancnica, una condizione rara ma potenzialmente grave. Il coagulo che si forma nelle vene addominali può ostacolare il flusso sanguigno diretto al fegato. I vasi coinvolti drenano sangue da intestino, milza, pancreas e stomaco. Quando si ostruiscono, i quadri clinici variano da dolori addominali fino a danni d’organo severi. Lo studio punta a chiarire i meccanismi molecolari che determinano la formazione della trombosi, un nodo ancora aperto nella letteratura scientifica.

Il secondo progetto riguarda la sclerosi multipla. Il gruppo torinese studierà l’impatto dell’inquinamento atmosferico, con particolare attenzione al particolato PM2.5, su insorgenza e progressione della malattia. Negli ultimi anni diversi lavori hanno segnalato un legame tra esposizione a polveri sottili e alterazioni del sistema immunitario nei pazienti. Il progetto esplorerà questa relazione con un approccio biologico e clinico. L’obiettivo è produrre evidenze che possano orientare strategie preventive e gestionali. Ridurre l’esposizione agli inquinanti potrebbe diventare una misura utile per la gestione della patologia nelle aree urbane più esposte.

Il bando Roche, dalla sua istituzione, ha già stanziato oltre un milione e mezzo di euro per 53 borse di studio. Un sostegno diretto alle figure tecniche che reggono la ricerca clinica quotidiana. Data manager e infermieri di ricerca sono ormai considerati ruoli chiave per garantire qualità, affidabilità e continuità negli studi.

Il direttore medico di Roche Italia, Anna Maria Porrini, sottolinea il valore dell’iniziativa. Nella dichiarazione diffusa dall’azienda spiega che la collaborazione permette di affrontare sfide attuali e rafforzare un modello sostenibile di ricerca. Le sue parole sintetizzano la visione del programma: «Bandi come questo ci permettono di affrontare in sinergia le sfide dei nostri tempi e favorire la sostenibilità del sistema di cui vogliamo essere partner. L'obiettivo è continuare a dare sostanza alla nostra responsabilità verso i pazienti e garantire loro la migliore qualità di vita possibile, anche attraverso la formazione di figure professionali impegnate nella ricerca la cui specializzazione può fare la differenza».

Per l’Università di Torino si tratta di un riconoscimento importante. Premia la qualità delle linee di ricerca e rafforza il ruolo dell’ateneo nella produzione di nuove conoscenze cliniche. I due progetti toccano temi cruciali: una malattia rara e complessa e una patologia cronica a largo impatto sociale. L’esito degli studi potrà offrire strumenti utili alla pratica clinica e all’elaborazione di strategie di prevenzione più efficaci.

Il finanziamento consente anche di consolidare il lavoro delle figure professionali che spesso operano dietro le quinte. Un elemento determinante, perché la solidità metodologica degli studi dipende sempre più dalla presenza di personale formato in modo specifico. È una delle linee che Roche sostiene da anni. Ed è una direzione che il mondo della ricerca italiana guarda con crescente attenzione.

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