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Taxi sul piede di guerra: sindacati annunciano uno sciopero nazionale contro la riforma voluta da Forza Italia

Le sigle accusano: “Una sanatoria per abusivi e multinazionali”. Chiesto l’intervento immediato del Ministero dei Trasporti

Taxi sul piede di guerra: sindacati annunciano uno sciopero nazionale contro la riforma voluta da Forza Italia

Taxi sul piede di guerra: sindacati annunciano uno sciopero nazionale contro la riforma voluta da Forza Italia (immagine di repertorio)

Il mondo dei taxi torna a incrociare le braccia. Le principali organizzazioni sindacali del settore hanno annunciato un sciopero nazionale per gennaio, denunciando con toni durissimi la decisione del presidente della Commissione Trasporti Salvatore Deidda di calendarizzare una proposta di legge presentata da alcuni deputati di Forza Italia. Una riforma che, secondo il fronte sindacale, metterebbe a rischio la tenuta dell’intero comparto.

In una nota congiunta, Associazione Tutela Legale Taxi, Atitaxi, Claai, Consultaxi, Fast Taxi Confsal, Federtaxi Cisal, Or.s.a. Taxi, Satam, Sitan, Sul Taxi, Tam, Ugl Taxi, Uiltrasporti Taxi, Filt Cgil, Unimpresa, Usb Taxi, Uti e Uritaxi parlano di «approccio inaccettabile», spiegando che la nuova norma sarebbe «costruita su misura per le esigenze di una nota multinazionale, pluricondannata nel mondo per la sistematica violazione dei diritti dei lavoratori, delle loro condizioni di sicurezza e della privacy degli utenti». Un riferimento neanche troppo velato a Uber, già al centro in passato di controversie con i tassisti italiani.

Secondo le sigle, la proposta aprirebbe a una sostanziale sanatoria per chi negli anni avrebbe ottenuto autorizzazioni in modo irregolare, sfruttando vuoti normativi e costruendo «rendite di posizione» in assenza di controlli adeguati. Un’operazione che, a loro avviso, danneggerebbe i lavoratori rispettosi delle regole e favorirebbe chi «si oppone da sempre a qualsiasi forma di regolamentazione».

La contestazione è netta: la riforma verrebbe utilizzata per far saltare il percorso avviato con la legge 12 del 2019, la norma che prevede strumenti di controllo più rigidi per il trasporto pubblico non di linea. Un impianto normativo fortemente avversato – sostengono i sindacati – proprio dalle piattaforme internazionali e da parte del settore Ncc che non intende sottostare a vincoli operativi più stringenti.

Nel comunicato, il mondo taxi chiede un intervento urgente del Ministero dei Trasporti, accusato di un silenzio che «rischia di apparire complice». Le sigle reclamano la riformulazione del decreto sul foglio di servizio e del Dpcm sulle piattaforme tecnologiche, adeguati alle richieste indicate dalla Corte Costituzionale.

Per gennaio, dunque, si prospetta uno sciopero destinato ad avere un impatto nazionale, con la categoria nuovamente pronta a scendere in piazza per difendere norme, regole e identità professionale. Uno scontro che si annuncia particolarmente duro, in un settore che da anni vive il confronto tra modelli tradizionali e nuove forme di mobilità tecnologica.

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