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Dopo la strage del treno, Brandizzo insegna ai bambini cosa significa prevenire

L’Istituto Rodari coinvolge centinaia di studenti nel percorso sulla sicurezza dopo il 30 agosto 2023

Dopo la strage del treno, Brandizzo insegna ai bambini cosa significa prevenire

Dopo la strage del treno, Brandizzo insegna ai bambini cosa significa prevenire

Dalle scuole di Brandizzo arriva un segnale che non è retorica ma lavoro quotidiano: trasformare una ferita aperta in un impegno civile. Dopo la Settimana del Lavoro Sicuro e l’inaugurazione del Giardino del Ricordo del 10 novembre, l’associazione Sicurezza e Lavoro continua a portare dentro le aule dell’Istituto Comprensivo Gianni Rodari di Brandizzo il tema che da due anni segna il territorio: la salute, la sicurezza e i diritti di chi lavora. Perché la notte del 30 agosto 2023, quando cinque operai furono travolti da un treno vicino alla stazione, non è un capitolo chiuso: è la domanda che ritorna, ogni volta che si parla di prevenzione.

Con Fillea Cgil sono coinvolti studenti e studentesse della scuola secondaria di primo grado e delle quinte della primaria nel progetto A Scuola di Sicurezza – L’importanza delle ricorrenze, realizzato con il Comune di Brandizzo. L’idea è semplice e ambiziosa: far crescere consapevolezza prima ancora dell’ingresso nel mondo del lavoro, quando le abitudini e il senso del rischio iniziano a formarsi.

Sono previsti incontri classe per classe con esperti, ispettori del lavoro, rappresentanti delle istituzioni e familiari delle vittime. Il primo appuntamento si è svolto il 9 dicembre 2025 con le classi Quinta A e Quinta B del plesso Bruno Buozzi, un’ora per volta, con un linguaggio pensato per essere chiaro senza essere infantile. Un modo per dire che la sicurezza non è una formula tecnica: è un gesto quotidiano.

Durante gli interventi l’Amministrazione comunale spiega alle bambine e ai bambini perché prevenire significa prendersi cura della propria vita e di quella degli altri; i familiari delle vittime raccontano cosa significhi perdere un figlio per una negligenza; gli ispettori dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro mostrano cosa vuol dire controllare, segnalare, responsabilizzare. Non teoria, ma cittadinanza attiva.

Gli studenti saranno coinvolti nella realizzazione di disegni e testi che verranno presentati nell’anniversario della strage ferroviaria, durante la Settimana del Lavoro Sicuro di agosto, o in altre occasioni istituzionali. Piccoli lavori, ma simbolicamente pesanti: sono la memoria che prende forma.

L’iniziativa rientra nelle Settimane della Sicurezza, che Sicurezza e Lavoro promuove dal 2010 per ricordare la strage ThyssenKrupp del 6 dicembre 2007 e, più recentemente, il crollo della gru di via Genova del 18 dicembre 2021. Ogni anno una ferita diversa, ogni anno la stessa lezione inevasa.

«Rinnoviamo l’impegno per fare memoria sulla strage di Brandizzo», spiega Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro, «e proviamo a gettare semi di speranza per una cultura del lavoro che metta al primo posto salute, sicurezza e diritti. Partiamo dai più giovani, perché saranno loro ad affrontare il mondo del lavoro e a decidere se farlo mettendo la vita umana al primo posto».

«Una strage assurda come quella del 30 agosto 2023 ha lasciato una ferita profonda», ricorda Massimo Cogliandro, segretario generale Fillea Cgil Torino e Piemonte, «e lavoriamo con studenti e studentesse per sviluppare consapevolezza su salute e sicurezza. È una questione culturale: investiamo oggi per non piangere altri morti domani».

«È essenziale parlare di sicurezza già nelle scuole», aggiunge Sarah Pantò, segretaria Cgil Torino, «perché lì nascono le prime abitudini: riconoscere i pericoli, prevenire i rischi, prendersi cura di sé e degli altri. La sicurezza non si impara solo quando si entra nel mondo del lavoro: si costruisce prima».

E anche l’Amministrazione comunale rivendica il proprio ruolo. «Per Brandizzo non esiste dimenticare il 30 agosto 2023», sottolinea la sindaca Monica Durante, «il nostro dovere è ricordare, pretendere giustizia e promuovere coscienza sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. La risposta della scuola ci fa sperare in un domani con meno infortuni».

Infine parla la voce più dura da ascoltare, quella dei familiari. «Il dolore è senza fine», dice Lidia Orastella, madre di Giuseppe Aversa, «e spero che nessuno viva quello che sto vivendo io. Ai ragazzi dico: il lavoro è importante, ma la vita lo è di più. Pretendete sicurezza, rispettate le regole, non cedete ai ricatti».

A Brandizzo non si cancellano le cicatrici. Ma dai banchi di scuola, almeno, si prova a non aggiungerne altre.

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