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Caluso, la nuova circonvallazione è già una discarica: residenti esasperati

L’opera inaugurata a luglio diventa il bersaglio degli incivili: sacchi neri, bottiglie e rifiuti ovunque. Oltre quaranta segnalazioni in pochi mesi. I cittadini chiedono controlli e fototrappole mentre si attende una risposta dall’assessore Roberto Podio

Caluso

Una delle piazzole di sosta invase dai rifiuti

Passano le settimane, passano i mesi, ma a Caluso il flusso di segnalazioni non accenna a diminuire. I residenti continuano a scattare foto, girare video, raccogliere testimonianze: un archivio spontaneo del degrado che avanza, pezzo dopo pezzo, in un territorio che molti definiscono ormai irriconoscibile. Se nel centro cittadino l’attenzione resta puntata sui cestini colmi di via Mattirolo e via Piave, con rifiuti che traboccano da giorni, è appena fuori dal paese che la situazione cambia tono e dimensione.

Il nuovo bersaglio delle proteste è la circonvallazione inaugurata a luglio, quella che avrebbe dovuto rappresentare un salto di qualità per la viabilità locale, alleggerendo il traffico e migliorando l’accesso alla frazione di Arè. Un’infrastruttura attesa da tempo, presentata come un tassello cruciale per la modernizzazione del territorio. Oggi, però, i residenti la descrivono diversamente: una discarica abusiva a cielo aperto.

Chi percorre quel tratto di strada non fatica a capire il perché. Sacchi neri allineati nelle piazzole di sosta, lattine e bottiglie abbandonate nei fossati laterali, rifiuti che si accumulano persino a ridosso della carreggiata. L’asfalto è nuovo, lucido. Ciò che lo circonda, decisamente meno. Un contrasto netto tra l’opera pubblica appena inaugurata e l’inciviltà che continua a manifestarsi come una presenza costante.

Sul gruppo Facebook di Caluso il numero delle segnalazioni parla da solo: oltre quaranta da gennaio 2025. Foto, sfoghi, commenti indignati. «È così difficile aspettare di arrivare a casa e usare un cassonetto?», scrive una residente. «È demoralizzante vedere quanto poco conti il rispetto per il territorio». Un altro utente riassume il problema con amarezza: «Nei boschi e in campagna si trova di tutto. E poi le bottiglie di birra, lanciate dai finestrini come se fosse normale…».

Il sospetto che circola tra gli abitanti è chiaro: complice il buio notturno, il passaggio veloce delle auto e l’assenza di telecamere, la circonvallazione sarebbe diventata il luogo ideale per liberarsi dei rifiuti senza essere notati. Una comodità per gli incivili, un danno per l’ambiente e, potenzialmente, anche un pericolo per la sicurezza stradale. Se quei sacchi dovessero finire sulla carreggiata, le conseguenze non sarebbero soltanto estetiche.

Nel frattempo si attende una risposta ufficiale da parte dell’assessore ai Rifiuti e all’Ambiente Roberto Podio, chiamato più volte in causa dai cittadini. Ma mentre la politica tace, il dibattito cresce e la frustrazione aumenta. Il territorio, purtroppo, rimane sempre uguale: ripulito un punto, ne spunta un altro.

La richiesta dei residenti alle istituzioni è netta e condivisa: più controlli e l’installazione di fototrappole nei luoghi maggiormente esposti. Perché la circonvallazione di Caluso dimostra, ancora una volta, che non basta costruire opere nuove se non si riesce ad affrontare l’antica abitudine di trasformare il territorio in una pattumiera pubblica.

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