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A Chivasso c’è solo una cosa più presente dei problemi: le foto del sindaco...

Dicono che non si veda mai in giro, ma sfogliando Città di Chivasso News sembra il contrario: Castello spunta ovunque, come il prezzemolo. Altro che invisibile

A Chivasso c’è solo una cosa più presente dei problemi: le foto del sindaco

Claudio Castello

Il sindaco di Chivasso, Claudio Castello, non è egocentrico. Non fatevi trarre in inganno. È solo un uomo a cui il destino ha assegnato un compito ingrato: apparire, instancabilmente, a beneficio della comunità. Non chiedetegli perché. È sacrificio, è spirito del dovere, è rinuncia: rinuncia alla privacy, rinuncia al pudore, rinuncia perfino alla rotazione del collo, perché ogni fotografo che chiama lui si deve voltare.

Prendiamo l’ultimo numero di Città di Chivasso News, diretto da Salvatore Bartolotta. Più che un periodico un catalogo, più che un direttore un custode museale: non di un museo qualunque, ma del grande Museo Civico della Sindacatura Esposita. Per visitarlo non serve biglietto, basta sfogliare.
In prima pagina, eccolo lì: il sindaco, radioso come un’apparizione mariana, sotto il titolo “I presepi della pace: Betlemme, Chivasso e Greccio insieme in un progetto di solidarietà”. Inutile cercare Betlemme, Chivasso, Greccio o il Bambin Gesù dietro al Bue e all’Asinello. C’è solo lui: Claudio Castello.

Claudio Castello


A pagina 3, Castello continua a non essere egocentrico sotto “Chivasso sostiene il Natale di Betlemme”. Foto in alto a sinistra: la posizione più ambita. Ma non è un vezzo: è solo che la pagina, poverina, senza di lui non si reggeva in piedi.
Poi pagina 4: “La carovana della pace a Chivasso”. La carovana c’è: foto sbiadita. La sua no ed è di nuovo in alto a sinistra.
A pagina 5, eccolo passeggiare al Parco Sabiunè sotto “Oltre 2 milioni per il progetto da ponte a ponte”.
A pagina 9 succede un evento unico, irripetibile, quasi commovente: il sindaco di spalle. Una scena di rara umiltà. Un momento di tregua, un breve intervallo tra un primo piano e l’altro.
E infatti lo ritroviamo a pagina 11, in due foto per “Diritti e accoglienza”. Fotografato in tutte le angolazioni, anche di spalle.
A pagina 19, Castello impugna la fiaccola olimpica. Il titolo dice: “La fiamma olimpica passa da Chivasso”. Ma più che passare, sembra essersi fermata. La fiamma è un simbolo potente: illumina ciò che tocca. La sua è spenta.
Non è ancora finita. Eccolo di nuovo in posa a pagina 24 in “Sold out in pochi giorni”. Il sold out, evidentemente, si riferisce allo spazio disponibile per chiunque altro.
A pagina 27 ce lo ritroviamo a tagliare un nastro in “Gli 80 anni della Liberazione”. Possiamo liberarci dalla tirannia, dal nazifascismo, dai regimi totalitari, ma non dalla fotogenia istituzionale.
Gran finale fotografico a pagina 28, addirittura due foto per “Palazzo Einaudi, tempio dell’arte…”. Tradotto: il tempio dell’arte ospita Castello.
E dunque no, per favore, basta insinuazioni: il sindaco Claudio Castello non è egocentrico.
È che, semplicemente, l’amministrazione comunale ha scoperto un nuovo genere letterario: la fotoamministrazione. Dove non si governa la città, si governa la luce.
E il periodico “Città di Chivasso News” non informa: illumina.
Con un faro puntato sempre lì.
Sempre su di lui.
Sempre perfettamente a fuoco.

E poi c’è anche chi dice che lui, il sindaco, non si vede mai in giro.
La prova provata che non è vero sta lì, pagina dopo pagina: nelle foto.
Troppe, forse.
Talmente tante che ormai, più che vederlo in giro, lo si vede dappertutto.

Da ponte a ponte o da posa in posa?

A Chivasso non c’è un sindaco, c’è un marchio registrato. Non amministra la città, la firma. Non inaugura opere, inaugura inquadrature. È un primo cittadino che non rilascia dichiarazioni, rilascia stampe, come una tipografia. C’è chi dice che non si veda mai in giro.

Certo, perché un originale è custodito in cassaforte: quello che si vede in città, sulle bacheche, nei corridoi, nell’immancabile Città di Chivasso News, non è lui, è la riproduzione, la copia conforme, il sindaco in versione da esposizione permanente. Chivasso sarà anche piena di problemi, ma è piena soprattutto di fotografie del sindaco: è la loro sortita continua che tiene in equilibrio l’universo, una specie di yin e yang amministrativo tra ciò che c’è da fare e ciò che c’è da far vedere. Per ogni buca una foto, per ogni ritardo un sorriso, per ogni protesta un primo piano posato che sembra dire “tranquilli, ci sono io. Magari non faccio, ma comparire compaio sempre”.

La verità è che tutti hanno quattro punti cardinali, ma Claudio Castello ne ha cinque: Nord, Sud, Est, Ovest e “in alto a sinistra”, la sua collocazione naturale nell’ecosistema del periodico comunale. Non è onnipresente, no, è omnipixel. Non occupa lo spazio pubblico, occupa lo spazio ottico. Non vive la città, la svive in JPEG. È una presenza che non cammina, sfoglia. È come il Santo Graal: nessuno lo trova per strada, ma nei dipinti è ovunque.

Da ponte a ponte? Macché: da posa a posa, l’unica vera continuità amministrativa rimasta a Chivasso.  È la politica ridotta a Photoshop condominiale: correggi le luci, aumenta il contrasto, cancella i problemi con il timbro clone, e via di nuova in posa.

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