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Dal WhatsApp “Noi del 65” a una festa da cento persone: la Leva del ’65 riempie il Palaeventi (FOTO)

Dalla messa alla lotteria, dal revival pop al DJ set: la lunga notte della Leva del 1965

Dal WhatsApp “Noi del 65” a una festa da cento persone: la Leva del ’65 riempie il Palaeventi (FOTO)

Dal WhatsApp “Noi del 65” a una festa da cento persone: la Leva del ’65 riempie il Palaeventi (FOTO)

La Leva del 1965 si è ripresa una sera tutta per sé, riportando in piazza, tra Caluso e Tonengo di Mazzè, un pezzo di comunità che non ha nessuna intenzione di lasciarsi archiviare nei ricordi. Il 29 novembre, gli ottanta coscritti arrivati da più paesi — Caluso, Mazzè, Tonengo, Barone, Mercenasco — hanno dimostrato che, a volte, basta un’idea semplice e una comunità disposta ad abbracciarla per rimettere in moto la macchina della memoria collettiva.

La notizia è che l’iniziativa, partita quasi per gioco da Elena Vercelli, ha finito per muovere quasi cento persone dentro un gruppo WhatsApp chiamato “NOI del 65”. Un esperimento sociale in miniatura: iniziato in tre, cresciuto di aggiunta in aggiunta, fino a diventare una rete capace di rimettere in contatto generazioni disperse da lavoro, distanza e quotidianità. Ed è così che, alle 18, la Parrocchiale di Caluso ha aperto la serata con la messa celebrata da don Loris, primo momento di un percorso che non voleva essere nostalgia, ma riconoscimento reciproco.

Poi il trasferimento a Tonengo, dove il Palaeventi ha accolto i coscritti con l’aperitivo offerto dal Bar Angolino. Alle 20, cena firmata dal catering di Mauro Cortese di Cuorgnè, e il punto di svolta della serata: il Revival 1965, pensato da Sara del Bar Angolino, con cartelloni, foto e richiami a tutto ciò che quell’anno ha lasciato nella cultura pop. Personaggi famosi, complessi musicali, brani di Sanremo, film, avvenimenti storici: un collage che ha restituito a ciascuno un pezzo di sé, compresa la sorpresa dedicata ai coscritti nati negli stessi giorni dei vip del ’65.

Dalle 22.30, ingresso libero, come nelle feste di paese di una volta. A mezzanotte, la lotteria con 25 premi messi in palio da attività commerciali locali e dagli stessi coscritti: un modo per tenere unito il tessuto economico e quello sociale. Intanto DJ Emanuel Perissinotto teneva viva la sala con un viaggio musicale dagli anni Settanta a oggi, mentre il fotografo amatoriale Carlo Zunino, insieme a molti partecipanti, immortalava volti, abbracci e coriandoli.

Non sono mancati i gesti simbolici: lo spumante offerto da Sergio Dezzutto (Cascina Santa Clelia di Mazzè), la torta “1965” regalata da Carla Fisichella, gli addobbi perfettamente in tono con la serata. E soprattutto non è mancato il lavoro silenzioso del comitato organizzativo: Mirella e Ferruccio, Giuseppe “il Geo”, Piera di Giacometto Elettrodomestici, Carla della panetteria Fisichella, Elena A., Michela e consorte, Giovanna, Luciana di Tonengo, Paola Ancora (l’ideatrice della lotteria), e Gianluca Vercelli per la stampa dei manifesti. Un esercito civico che ha “supportato e sopportato” — parole di Elena — una macchina complessa, fatta di catering, logistica, comunicazione, sorprese e imprevisti.

Il ringraziamento è andato anche ai volontari della Croce Rossa di Caluso, ai buttafuori che si sono prestati per l’occasione e, ancora una volta, al Bar Angolino, vero motore dell’evento. Ma la chiave della serata è rimasta lei, Elena: partita come coscritta del ’65 a Caluso, poi approdata a Mazzè dopo il matrimonio con Valter Mensa, oggi anima di un gruppo che ha ricucito storie e distanze. «Grazie a chi ci ha creduto, nonostante impegni e chilometri», ha detto ai presenti, chiedendo un applauso anche ai negozianti che, in meno di 24 ore, hanno aderito con entusiasmo alla lotteria: da Giacometto a Fisichella, da Santa Clelia a Oberto Abbigliamento, dall’Angolo delle Luli al Bar Angolino, da Arianna Mensa (personal trainer) al Carto Club, da Il Corridoio a Deja Vu, fino alla Palestra Gymmy, Bistrot Caluso, Bussetto, Edil 2000.

In fondo, il successo della serata — partecipata, allegra, imprevista nella sua forza — racconta una verità che spesso si tende a dimenticare: basta un anno di nascita condiviso per ricordarsi che una comunità non esiste solo quando la si invoca, ma quando qualcuno decide di prendersene cura. E stavolta, a farlo, è stata la leva del ’65.

Le foto della serata

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