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Addio a Liliana: la voce gentile dell’edicola più alta d'Italia

Una storia iniziata nel 1965: tre generazioni e un mestiere che era quasi servizio civile

Addio a Liliana: la voce gentile dell’edicola più alta d'Italia

Addio a Liliana: la voce gentile dell’edicola più alta d'Italia

Ceresole Reale perde Liliana Maria Ghiglietti, la giornalaia che per generazioni ha trasformato un semplice chiosco verde in un centro nevralgico di incontri, confidenze, notizie e umanità. È morta a 94 anni, lasciando ai figli Leonardo e Augusta un’eredità che non si misura in ricavi o ricevute, ma nella trama sottile di un paese che ogni mattina si riconosceva in quella finestra di legno aperta sul mondo.

La comunità si è stretta intorno alla famiglia come si fa quando muore una persona che appartiene a tutti. Messaggi, ricordi, abbracci. Perché Liliana non era soltanto una commerciante. Era una presenza. Una voce calma. Un sorriso che precedeva la consegna del giornale. Una memoria vivente della Ceresole di un tempo, quella delle stagioni rigide, delle estati affollate di turisti, delle strade che cambiavano poco ma cambiavano tutti, con il passare degli anni.

La sua storia affonda nel 1965, quando la madre Maria Maddalena Nigretti avvia l'attività. Liliana ne raccoglie il testimone e porterà avanti quel mestiere con una costanza che oggi sembra appartenere a un altro secolo. Poi arriveranno la figlia Augusta Berardo e la pronipote Elena Oberto, a confermare che quell’edicola non era solo un luogo di vendita: era un’eredità familiare, un servizio civile, una ritualità condivisa che teneva in vita il paese anche nelle giornate in cui il freddo tagliava il fiato.

Dal Comune la ricordano come un punto di riferimento per l’intera comunità. Sottolineano che da quel chiosco verde non passava soltanto chi voleva il giornale, ma chi cercava un aneddoto, una memoria, un frammento della Ceresole di un tempo. Non un semplice mestiere, dunque, ma un servizio pubblico informale, quotidiano e tenace.

Un ricordo molto condiviso sui social restituisce la forza di quel legame:
«Da questa casetta verde di legno “il chiosco” hai dato un servizio al paese e ai turisti, tutti i giorni dell’anno, con sacrificio e passione per molti anni.
Dalla piccola finestra che aprivi per consegnare sul piano in legno quotidiani e riviste non vendevi solo “un giornale”, offrivi sempre un sorriso, una parola e spesso un racconto della tua vita a Ceresole Reale, quando il vissuto era decisamente differente e non semplice…
Grazie Liliana per quello che hai rappresentato, resterai sempre la giornalaia di Ceresole Reale».

Non è nostalgia. È la fotografia di un ruolo che oggi sembra quasi impossibile da replicare: un microcosmo dentro una struttura minuscola, un luogo dove la comunità si guardava, si parlava, si riconosceva. Un punto d’incontro che non si limitava a distribuire giornali, ma manteneva viva l’idea stessa di paese.

Il Camping Piccolo Paradiso, che con Liliana ha condiviso stagioni e volti, ha dedicato a sua volta un saluto commosso, ricordando come quel chiosco fosse un riferimento anche per chi arrivava da fuori, per i turisti che qui trovavano non solo informazioni, ma un’accoglienza sincera, un racconto locale, una storia che si apriva come quella finestra di legno.

La comunità accompagnerà Liliana per l’ultimo saluto martedì 9 dicembre 2025, alle 10, nella chiesa parrocchiale di Ceresole Reale. E forse quel giorno, davanti alla chiesa, qualcuno immaginerà ancora la piccola finestra del chiosco che si apre. Perché certe presenze restano. Anche quando non ci sono più.

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