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Tra Amintore e Pierferdy. La coerenza non è più una virtù. O forse non lo è mai stata

Dal profeta Fanfani al pellegrino Casini: quarant’anni di politica italiana spiegati attraverso coerenze mancate, divorzi riusciti e svolte di convenienza

Tra Amintore e Pierferdy. La coerenza non è più una virtù. O forse non lo è mai stata

Pierferdinando Casini

Uno dei campioni del cattolicesimo politico, Pierferdinando Casini, in occasione del suo settantesimo genetliaco ha rilasciato un'intervista in cui ripercorre le vicende e le tappe della sua lunga carriera. In Parlamento dal 1983, ex democristiano, poi con Berlusconi, poi con Monti infine con Renzi e adesso approdato nelle braccia accoglienti del Pd, il politico bolognese si può dire che abbia fatto il giro d'Italia dei partiti, o meglio si può dire che abbia compiuto, secondo lui e mantenendo sempre ben stretta la poltrona, un pellegrinaggio politico fra tutte le sfumature del centro. Casini ha sempre fatto la scelta giusta al momento giusto, ma questo non ci interessa perché il voltagabbanismo – e cioè l'arte di cambiare casacca dichiarando sempre di rimanere se stessi – non è certo prerogativa soltanto sua ma di moltissimi politici.

Ci ha invece stupito la risposta che Casini ha dato rispondendo alla domanda di quale sarebbe il politico del passato che più ha ammirato e al quale sente di ispirarsi. Sarebbe nientedimeno che Amintore Fanfani, e questo soprattutto per il famoso piano casa che porta il suo nome. Naturalmente il nome di Fanfani è associato anche alla battaglia del referendum sul divorzio che il politico aretino condusse e perse. Ma questa, secondo Casini, sarebbe una delle tante «cambiali pagate dalla Dc alla Chiesa», non una battaglia per i valori in cui si credeva ma soltanto una presa di posizione di facciata per salvaguardare i voti dei cattolici.

Eppure, potrà non piacere, ma Fanfani fu, per certi versi, un profeta quando disse: «Volete il divorzio? Allora dovete sapere che dopo verrà l'aborto. E ancora dopo il matrimonio tra omosessuali. E magari vostra moglie vi lascerà per scappare con la domestica!». Visione discutibile, magari reazionaria, ma coerente. Coerenza che è mancata al buon Pierferdinando che ha tratto dal referendum di Fanfani la sua bella lezione personale: due divorzi, prima dalla bellissima Chiara Lubich e poi dalla ricchissima Azzurra Caltagirone, e per questo gli va certamente riconosciuto un certo senso dell’adattamento.

Azzurra Caltagirone

Azzurra Caltagirone

Così in politica: dalla sacrestia e dai santini della Madonna di San Luca alle piadine della festa dell’Unità, tanto che oggi in una ipotetica elezione del futuro presidente della Repubblica il nostro Pierferdy sarebbe certamente votato dalle sinistre dove i traguardi che Amintore Fanfani vaticinava anni fa dopo il divorzio rappresentano le battaglie odierne di quel partito radicale che è diventato il Pd.

Il vero dramma della politica italiana – e della Chiesa prima ancora – è che oggi di cattolici come Fanfani che combattevano anche battaglie che sapevano perse ne sono rimasti in pochi, mentre di Casini ce ne sono sempre di più.

Tutti gli articoli di Fra' Martino qui

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