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06 Dicembre 2025 - 13:58
I prezzi dei viaggi natalizi tornano a correre, e lo fanno con una velocità che non può più essere considerata fisiologica. Con l’avvicinarsi delle festività, i costi per spostarsi in bus, treno o aereo registrano aumenti tanto improvvisi quanto pesanti, colpendo in particolare chi torna a casa per trascorrere qualche giorno in famiglia. Una categoria vasta: studenti fuori sede, insegnanti, lavoratori che vivono lontano dai propri affetti, ma anche turisti che programmano una vacanza durante le festività.
È Federconsumatori a lanciare l’allarme, parlando senza mezzi termini di aumenti inaccettabili e annunciando una nuova segnalazione all’Agcm, a Mr. Prezzi e all’Art, affinché vengano attivate le necessarie verifiche. L’obiettivo è accertare l’eventuale presenza di comportamenti speculativi e, se necessario, applicare sanzioni. L’associazione denuncia che questi rincari “pesano in maniera intollerabile sulle tasche degli italiani, specialmente in questa fase”, una fase segnata da inflazione ancora elevata, salari fermi e un potere d’acquisto sempre più eroso.
Il monitoraggio dell’Osservatorio nazionale Federconsumatori, che ha confrontato i prezzi dell’ultima settimana di ottobre con quelli applicati tra Natale e Capodanno, restituisce una fotografia inequivocabile: viaggiare durante le festività costa molto di più. In media, il trasporto su bus aumenta del 56%, quello aereo del 9%, mentre i treni segnano un balzo del 48%.
Ma è entrando nel dettaglio delle singole tratte che la situazione appare ancora più critica. Federconsumatori parla di “picchi allarmanti”, vere e proprie impennate che trasformano i viaggi di Natale in un lusso per pochi. Tra i casi più evidenti emerge la tratta Milano–Reggio Calabria in bus: sotto le festività il prezzo aumenta del 285%, quasi il triplo rispetto a un periodo ordinario. Il viaggio inverso non è da meno, con un incremento del 77%.
Stesso copione, con variazioni altrettanto estreme, per la Bologna–Bari: il biglietto del bus costa il 241% in più all’andata e ben il 163% in più al ritorno. Un rincaro che mette in difficoltà proprio quelle categorie che più spesso ricorrono agli autobus a lunga percorrenza per contenere le spese.
Non va molto meglio per chi sceglie l’aereo. Il primato dei rincari spetta alla Roma–Catania, che segna un +36% all’andata e un +26% al ritorno. Una tratta simbolo, perché collega migliaia di pendolari del Sud che vivono e lavorano nella Capitale e che durante le festività cercano di raggiungere la famiglia.

E le sorprese non finiscono su rotaia. Federconsumatori evidenzia che anche il trasporto ferroviario — tradizionalmente considerato più stabile dal punto di vista tariffario — registra aumenti significativi. Il caso più eclatante è la Torino–Reggio Calabria, dove i prezzi crescono del 195% all’andata e dell’81% al ritorno. Rincari pesanti anche sulla Milano–Bari, con un +123% all’andata e un +27% al ritorno.
Il risultato complessivo è un quadro che mette in seria difficoltà chi ha la necessità — e non solo il desiderio — di spostarsi durante le feste. Una situazione che, secondo Federconsumatori, rischia di trasformare un diritto fondamentale come quello alla mobilità in un costo proibitivo, accentuando ulteriormente le disuguaglianze tra chi può permettersi un rientro a casa e chi, invece, deve rinunciarvi.
Le prossime settimane saranno decisive: l’associazione attende l’intervento delle autorità di controllo e promette di proseguire la propria battaglia contro quella che definisce una spirale di aumenti “non giustificata e dannosa”. Intanto, milioni di italiani si trovano a fare i conti con scelte sempre più difficili: rinunciare al viaggio, anticipare le prenotazioni o mettere mano a un portafoglio sempre più fragile.
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