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05 Dicembre 2025 - 11:56
Fonte Viva al collasso: dimissioni a raffica, commissioni paralizzate e guerra aperta con la Giunta Picat Re
La crisi interna a Fonte Viva non si arresta, anzi si approfondisce. Dopo la sfiducia al presidente Fabrizio Borgo, il movimento civico che per anni ha rappresentato un perno della vita amministrativa di San Maurizio Canavese affronta ora una frattura più ampia, destinata a pesare sugli equilibri politici del paese. Il direttivo – composto da Attilio Dughera, Cristina Zalone, Graziella Barra, Antonio Zappalà, Francesco Pagone, Claudio Splendidi e Giuliano Gravili, attuale presidente ad interim – ha deciso di abbandonare i propri incarichi nelle commissioni comunali consultive, a cui si aggiunge l’annuncio delle dimissioni di Cecilia De Marco.
La conseguenza immediata è un sistema di commissioni in sofferenza: restano infatti senza guida la Commissione Commercio, la Commissione Politiche Sociali e la Commissione Trasporti. Hanno lasciato le loro funzioni anche i vicepresidenti delle commissioni Sicurezza e Sport. Una scelta collettiva che, nei fatti, rivela una rottura profonda con l’Amministrazione guidata dal sindaco Michelangelo Picat Re.
I dimissionari parlano di un disallineamento politico non più sanabile, che sarebbe maturato nel corso del mandato fino a diventare una divergenza strutturale. Ritengono che le commissioni siano state progressivamente svuotate di ruolo, frenate da lentezze burocratiche e ostacolate da una gestione degli ambiti amministrativi giudicata poco chiara e talvolta sovrapposta. L’aggiornamento del regolamento comunale del 2022, che avrebbe dovuto chiarire competenze e funzionamento, viene indicato come il punto da cui ha iniziato a emergere una crescente confusione sui ruoli degli amministratori all’interno delle commissioni stesse.

Secondo questa interpretazione, una parte degli organismi consultivi avrebbe funzionato più per inerzia che per reale coinvolgimento istituzionale. Solo poche commissioni, come quelle legate al mondo scolastico, avrebbero mantenuto una continuità grazie all’impegno delle componenti storiche e delle associazioni. Il resto sarebbe rimasto in uno stato di attività intermittente, lontano dalla visione partecipativa immaginata dal movimento al momento della nascita.
La Giunta respinge questa lettura, evidenziando come le commissioni abbiano prodotto contributi significativi, soprattutto in ambiti considerati strategici come Attività Produttive e Urbanistica. L’attivazione della commissione incaricata di seguire il progetto dell’ex Ozella, una delle opere più importanti per il futuro urbanistico del territorio, viene indicata come prova dell’impatto positivo degli organismi consultivi. L’Amministrazione considera quindi le dimissioni un gesto dettato da logiche interne e non da reali difficoltà operative.
La distanza tra le due parti appare però profonda. Il direttivo di Fonte Viva parla di un rapporto compromesso anche sul piano del confronto politico, evidenziando come negli ultimi quattro anni non si sarebbe creato alcun dialogo costruttivo con assessori e consiglieri. A loro giudizio, le commissioni non avrebbero ottenuto il riconoscimento del proprio ruolo e sarebbero state progressivamente marginalizzate, con una partecipazione sempre più limitata ai processi decisionali e alle iniziative promosse dall’Amministrazione.
Il malcontento si estende fino a coinvolgere anche le opposizioni, che vengono invitate a compiere la stessa scelta di abbandono qualora condividano la diagnosi di inefficacia delle commissioni. È il segnale di una battaglia politica che cambia scala: da confronto interno al movimento, si trasforma in una critica generale all’attuale gestione amministrativa.
Il sindaco Picat Re considera invece il direttivo una minoranza interna a Fonte Viva, distante dalle linee programmatiche premiate dagli elettori. La sfiducia al presidente Borgo, avvenuta il mese scorso, viene letta come un passaggio che ha indebolito il movimento spostandone l’orientamento verso posizioni più divisive. Per la Giunta, le polemiche sollevate sarebbero quindi pretestuose e non collegate alle scelte operative compiute per il futuro del paese.
Sul tavolo restano intanto scenari politici delicati. Il gruppo che fa capo a Gravili, privo di rappresentanza in maggioranza, continua a muoversi in modo autonomo e potrebbe essere intenzionato a ridefinire il proprio ruolo nella vita pubblica sanmauriziese. Le tensioni non sono nuove: il movimento aveva già conosciuto momenti di forte instabilità e scissioni nella propria storia recente.
Il 6 dicembre, con la convocazione dell’assemblea ordinaria di Fonte Viva per l’approvazione del bilancio 2024 e l’analisi della situazione economica, si annuncia un passaggio cruciale. Sarà probabilmente una seduta tesa, in cui emergeranno con chiarezza le linee di frattura che oggi attraversano il movimento. E da cui potrebbe dipendere la sua stessa tenuta nel prossimo futuro.
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